Relazione - Comune di Lecce
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La natura dei suoli vede nel Tavoliere <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> una dominanza <strong>di</strong> terre brune<br />
particolarmente fertili, profonde e adatte alla coltivazione intensiva. I lineamenti<br />
geomorfologici tipici della piana messapica sono dati da depositi pleistocenici, pliopleistocenici<br />
e miocenici (“pietra leccese”).<br />
In rapporto ai caratteri dell’inse<strong>di</strong>amento umano emergono con forza due componenti: la<br />
configurazione idrologica e la natura del terreno della fascia costiera. Una ricca letteratura<br />
otto-novecentesca in<strong>di</strong>vidua nella configurazione idrogeologica del territorio una<br />
spiegazione alla particolare struttura dell’habitat <strong>di</strong> gran parte della provincia storica <strong>di</strong><br />
Terra d’Otranto.<br />
L’inse<strong>di</strong>amento fitto, ma <strong>di</strong> scarsa consistenza quanto a numero <strong>di</strong> abitanti e ad area<br />
territoriale, sarebbe dunque originato dall’assenza <strong>di</strong> rilevanti fenomeni idrografici<br />
superficiali e dalla presenza <strong>di</strong> falde acquifere territorialmente estese, ma poco profonde e<br />
poco ricche <strong>di</strong> acqua, tali appunto da consentirne uno sfruttamento sparso e dalla<br />
pressione ridotta.<br />
Quanto ai caratteri della fascia costiera, la presenza <strong>di</strong> lunga durata, dovuta a fenomeni<br />
climatici <strong>di</strong> portata più generale, alla natura e alla scarsa pendenza dei brevi corsi<br />
d’acqua, <strong>di</strong> palu<strong>di</strong>, boschi, macchie litoranee, su terraferma, e <strong>di</strong> fondali poco profon<strong>di</strong> e<br />
soggetti a frequenti insabbiamenti, sul mare, hanno costituito un elemento naturale, che<br />
ha ostacolato un pieno <strong>di</strong>spiegarsi <strong>di</strong> proficui rapporti tra <strong>Lecce</strong> e il suo territorio e il mare,<br />
con le possibilità da esso offerte all’apertura ai flussi <strong>di</strong> uomini e merci.<br />
Caratteri ambientali e culturali del territorio rurale<br />
Al termine <strong>di</strong> una lunga vicenda inse<strong>di</strong>ativa ricostruibile a partire dall’età del Bronzo, tra IV<br />
e III secolo a. C. gli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Valesio, S. Pancrazio Salentino, <strong>Lecce</strong>, Ru<strong>di</strong>ae,<br />
Cavallino e Roca costituiscono dei poderosi esempi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento messapico, con la<br />
costruzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cinte murarie che inglobano un vasto territorio a fini <strong>di</strong> sfruttamento<br />
agricolo, militari e religiosi.<br />
Intorno a questi inse<strong>di</strong>amenti inoltre, è possibile rinvenire una fitta presenza <strong>di</strong> fattorie,<br />
spesso <strong>di</strong>sposte lungo assi ra<strong>di</strong>ali che partono dalla città verso il territorio circostante.<br />
A questa realtà inse<strong>di</strong>ativa, si sovrappone la strutturazione romana. Le maglie della<br />
centuriazione, probabilmente graccana, sono oggi abbastanza ben conservate presso<br />
<strong>Lecce</strong>, Soleto e Vaste, più a sud. Insieme con i percorsi delle principali vie romane, la<br />
Calabra e la Sallentina, che collegavano i principali centri della penisola salentina con<br />
tracciati <strong>di</strong> mezza costa, le modalità della centuriazione e le fonti ad essa relative<br />
Documento Programmatico Preliminare al PUG 106