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Relazione - Comune di Lecce

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Al pari <strong>di</strong> monumenti urbani: chiese, palazzi, conventi ed altri complessi religiosi convertiti<br />

in pubblici uffici, in quanto espressioni culturali <strong>di</strong>stribuite sul territorio, risultano oggi<br />

registrati, schedati, catalogati e quin<strong>di</strong> assoggettati a regime <strong>di</strong> tutela. La pianificazione<br />

comunale vigente ha recepito ed allargato anche ad altri episo<strong>di</strong> le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

contribuendo a <strong>di</strong>ffondere presso la pubblica opinione la concezione che ogni bene<br />

storico, artistico, architettonico costituisce simultaneamente un patrimonio <strong>di</strong> comune<br />

appartenenza la cui fruibilità va regolata da una parte dai regimi <strong>di</strong> proprietà immobiliari,<br />

dall’altra da quelli che <strong>di</strong>sciplinano l’estetica urbana, la cosiddetta fruizione percettiva del<br />

bene.<br />

In altri termini una fabbrica si configura non solo come una casa, un palazzo, un insieme<br />

<strong>di</strong> alloggi atti a sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni inse<strong>di</strong>ativi residenziali degli utenti, ma anche come<br />

un frammento <strong>di</strong> città, un insostituibile tassello del mosaico urbano, che concorre a<br />

definire l’armonia <strong>di</strong> un insieme, allargando la sfera delle estetiche fruibilità.<br />

Di qui l’esigenza <strong>di</strong> concorrere, socialmente ed all’evenienza anche economicamente, al<br />

mantenimento degli equilibri estetici, garantendo igiene e decoro ad ogni parte<br />

dell’organismo urbano ed attivando concreta salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quel patrimonio <strong>di</strong>stribuito<br />

nel tessuto rurale che per abbandono, per <strong>di</strong>smessa fruizione o per intervenute vicende<br />

cataclismatiche versa in con<strong>di</strong>zioni che ne mortifica la espressività culturale<br />

minacciandone talvolta la stessa sopravvivenza.<br />

Le risorse monumentali accentrate o <strong>di</strong>sperse sono da considerarsi i luoghi della civiltà<br />

locale, e come tali vanno frequentati e mantenuti, in quanto non solo raccolgono i segni<br />

estetici che ne particolarizzano la espressività ma anche quelli della memoria che li fanno<br />

assurgere a strutture nodali <strong>di</strong> complesse relazioni, a fari idonei a proiettare luce non solo<br />

nel passato che li ha prodotti ma anche nel presente che li ha riconosciuti idonei ad<br />

armonizzare il prossimo futuro alla cui e<strong>di</strong>ficazione sono chiamati a concorrere.<br />

Il territorio leccese accoglie numerose testimonianze <strong>di</strong> architettura minore sia nell’area<br />

urbana che in quella rurale la cui storia ha viaggiato parallela a quella maggiore<br />

esercitando più incidente influenza nella caratterizzazione dei rispettivi paesaggi.<br />

Le realtà trulliche, nate come rifugi pastorali sin dall’ età arcaica, realizzate con l’impiego<br />

<strong>di</strong> pietrame scistoso <strong>di</strong>ssepolto nel <strong>di</strong>ssodamento dei campi, costituiscono le più antiche<br />

testimonianze inse<strong>di</strong>ative dell’agro pugliese anche salentino, affiancate alle cosiddette<br />

“pagghiare”, le più parsimoniose case conta<strong>di</strong>ne a struttura troncoconica in pietrame a<br />

secco concludentesi con inserti <strong>di</strong> paglia sorretta da or<strong>di</strong>ture lignee.<br />

Trulli e pagghiare presi<strong>di</strong>ano i fon<strong>di</strong> agricoli perimetrati dai muretti a secco <strong>di</strong> limitata<br />

altezza geometricamente <strong>di</strong>sposti, per una organica <strong>di</strong>stribuzione delle acque,<br />

assecondando le caratteristiche dei siti morbidamente ondulati, ai limiti della percettibilità<br />

Documento Programmatico Preliminare al PUG 124

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