Relazione - Comune di Lecce
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una strategia auspicabile almeno nei gran<strong>di</strong> numeri e al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> alcuni casi estremi<br />
come quelli della rust belt americana o come Liverpool o Lipsia in Europa. Eppure in<br />
qualche modo la energetica sta frenando in occidente il processo <strong>di</strong> crescita furibonda<br />
delle città e i crolli dei mercati azionari e delle borse immobiliari degli ultimi quattro anni<br />
stanno facendo il resto. Le città occidentali sono costrette a confrontarsi duramente con la<br />
crisi e sempre più i citta<strong>di</strong>ni esprimono una domanda orientata alla sostenibilità<br />
economica e ambientale, all’ecologia, alla sensibilità ai valori <strong>di</strong> paesaggio. La fine del<br />
novecento è stata caratterizzata dalla tensione metropolitana, ovvero dall’idea <strong>di</strong> metropoli<br />
come e obiettivo <strong>di</strong> qualità dello sviluppo urbano. Anche la città infinita andava in qualche<br />
modo interpretata in relazione a modelli e a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> efficienza metropolitana. Oggi,<br />
forse, non è più così.<br />
Tutto questo mostra tutt'oggi, l'infondatezza <strong>di</strong>sciplinare delle pratiche tra<strong>di</strong>zionali della<br />
pianificazione urbana: non reggevano più gli assunti della scientificità del processo <strong>di</strong><br />
costruzione del piano. Il piano non può essere un processo meccanicistico <strong>di</strong> risultati tra<br />
input e output; la riduzione della realtà a poche categorie e la sua preve<strong>di</strong>bilità non è più<br />
possibile.<br />
La natura del nuovo piano<br />
Kyoto, il Nobel ad Al Gore, il surriscaldamento globale, le basse emissioni <strong>di</strong> CO2, il costo<br />
del petrolio, le energie rinnovabili, le gran<strong>di</strong> migrazioni sociali, l’esplosione della città, la<br />
fragilità delle gran<strong>di</strong> concentrazioni <strong>di</strong> fronte agli eventi naturali che si trasformano in<br />
catastrofi, la <strong>di</strong>fesa dei contesti locali assunti a baluar<strong>di</strong> <strong>di</strong> identità. La cultura del progetto<br />
architettonico e urbanistico non può rimanere insensibile. Si tratta <strong>di</strong> una trasformazione<br />
epocale che parte dal basso. Procede per obiettivi <strong>di</strong> qualità della vita, pratiche<br />
autopoietiche e strategie <strong>di</strong> sopravvivenza. I protagonisti sono i citta<strong>di</strong>ni, consumatori,<br />
risparmiatori, che si nutrono dei prodotti dell’agricoltura biologica e fanno raccolta<br />
<strong>di</strong>fferenziata; preferiscono i mezzi <strong>di</strong> trasporto pubblico o la bicicletta; sono attratti dalle<br />
auto a basse emissioni; apprezzano le case bioclimatiche e non gli e<strong>di</strong>fici a elevati<br />
consumi energetici; vogliono opere pubbliche sostenibili e sensibili al paesaggio.<br />
L’impatto ambientale delle città è enorme, sia per il crescente peso demografico, sia per<br />
la quantità <strong>di</strong> risorse naturali che vengono consumate per mantenere livelli <strong>di</strong> efficienza. In<br />
Europa il consumo <strong>di</strong> energia ascrivibile agli e<strong>di</strong>fici rappresenta ormai oltre il 40% del<br />
totale. In Italia le città sono esplose e tendono a perdere una connotazione fisica de finita<br />
per assumere la <strong>di</strong>mensione fluida <strong>di</strong> campi <strong>di</strong> relazioni. Diminuisce la necessità del<br />
territorio, inteso come spazio in cui muoversi e comunicare, aumenta la domanda <strong>di</strong><br />
sicurezza e il bisogno <strong>di</strong> paesaggi in cui vivere e riconoscersi.<br />
Documento Programmatico Preliminare al PUG 9