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Relazione - Comune di Lecce

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La città storica<br />

La città storica <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> si compone <strong>di</strong> due parti: la prima, intramurale, è il risultato <strong>di</strong> un<br />

processo <strong>di</strong> stratificazioni inse<strong>di</strong>ative le cui ra<strong>di</strong>ci affondano in età arcaica, ed i cui<br />

caratteri or<strong>di</strong>tivi risultano leggibili più dalle persistenze infrastrutturali che da quelle<br />

e<strong>di</strong>lizie; la seconda, extramurale, conta poco più <strong>di</strong> un secolo <strong>di</strong> vita, e deriva la sua<br />

or<strong>di</strong>tura da un processo <strong>di</strong> aggregazioni e<strong>di</strong>lizie che consente un’imme<strong>di</strong>ata lettura del suo<br />

storico determinarsi.<br />

La città intramurale presenta una perimetro ad arco semiteso, il cui dardo va rintracciato<br />

nella strada che da porta Ru<strong>di</strong>ae, cambiando più volte denominazione (Via Libertini, Via<br />

Vittorio Emanuele, Piazza S. Oronzo, Via S. Trinchese), lambisce il versante<br />

settentrionale del Castello per in<strong>di</strong>rizzarsi alla volta della costa, incontrando nel suo<br />

percorso i complessi architettonici ed urbanistici <strong>di</strong> più significativo interesse: basilica del<br />

Rosario, chiesa <strong>di</strong> S. Anna, chiesa <strong>di</strong> S. Teresa, il Duomo, il Seminario, il palazzo<br />

vescovile, la chiesa <strong>di</strong> S. Irene, piazza S. Oronzo, la chiesa <strong>di</strong> S. Marco, il Se<strong>di</strong>le,<br />

piazzetta De Santis e l’insieme <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici monumentali eretti nell’intervallo tra le due guerre<br />

mon<strong>di</strong>ali.<br />

L’arco perimetrante ad oriente la città storica intramurale ha preso a frantumarsi con<br />

l’avvento dell’età unitaria, sotto i colpi del piccone demolitore che, all’ombra <strong>di</strong> “esigenze<br />

igieniche” ha preso a frammentare, smantellandole in buona parte, il giro delle mura, onde<br />

consentire una più ampia “sfogatura” volendo utilizzare una terminologia urbanistica<br />

introdotte dal Milizia.<br />

In luogo delle mura, sulla base <strong>di</strong> un modello a metà strada tra quello parigino e quello<br />

viennese, <strong>Lecce</strong> ha realizzato un giro <strong>di</strong> viali costellato da un e<strong>di</strong>ficato intenzionalmente<br />

concepito a “villini” ma <strong>di</strong> fatto realizzato “a palazzine” che ha preteso <strong>di</strong> ammorbi<strong>di</strong>re il<br />

passaggio tra la città e la campagna, senza peraltro riuscire nell’intento <strong>di</strong> dar vita a<br />

quanto nell’Europa settentrionale si andava sperimentando sotto il nome <strong>di</strong> “città<br />

giar<strong>di</strong>no”.<br />

La città storica extramurale ha origine dall’insorgere della vita unitaria ed arresta il suo<br />

processo <strong>di</strong> formazione con la conclusione del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale.<br />

Il suo perimetro, non è rigidamente definito da un giro <strong>di</strong> mura, né va rintracciato<br />

nell’anello viario a più denominazioni che racchiude la sua compattezza aggregativa solo<br />

negli anni ’70 del<br />

XX secolo.<br />

Documento Programmatico Preliminare al PUG 128

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