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NON AUTOSUFFICIENZA
PARTE II: IL XVII CONGRESSO NAZIONALE FNP-CISL
Prospettive per una legge sulla Non Autosufficienza
Il problema del riconoscimento dei diritti dei non autosufficienti è al
centro dalla nostra politica sindacale già dal lontano 1992, anno in cui
venne approvato il Progetto Obiettivo “Tutela della salute degli Anziani”,
alla cui stesura avevano partecipato i tre sindacati dei pensionati
Spi-Fnp-Uilp. Il documento fu un primo importante progetto organico
a favore degli anziani non autosufficienti, parzialmente non autosufficienti
e quelli ad alto rischio di perdita della autosufficienza. In esso si
affermava che “scopo principale dell’assistenza all’anziano è il mantenimento
e il recupero dell’autosufficienza” e “ che gli anziani ammalati,
compresi quelli colpiti da cronicità e da non autosufficienza, devono
essere curati senza limiti di durata nelle sedi opportune, ricordando
che la valorizzazione del domicilio come luogo primario delle cure costituisce
non solo una scelta umanamente significativa, ma soprattutto
una modalità terapeutica irrinunciabile”.
Con la legge 328/2000 venne istituito, insieme al Fondo nazionale per
le politiche sociali, un Fondo annuale per il finanziamento dei servizi
sociali rivolti alle persone non autosufficienti. Dal 2000 ad oggi, nonostante
le pressione delle organizzazioni sindacali dei pensionati Cgil-
Cisl-Uil, compresa la presentazione di un disegno di legge di iniziativa
popolare, i Governi che si sono succeduti non sono stati in grado di far
approvare in Parlamento un testo di legge-quadro che disciplinasse definitivamente
la materia.
Il fondo per la non autosufficienza ha ottenuto finanziamenti soltanto
a partire dal 2007 con un iniziale stanziamento di 100 milioni, a cui sono
seguiti 300 milioni nel 2008 e 400 milioni nel 2010. Dal 2011 il fondo
è stato annullato.
Nell’ultimo biennio le difficoltà delle persone non autosufficienti si sono
fatte ancora più stringenti per effetto della crisi economica che ha
impoverito le famiglie e drasticamente ridotto le risorse dedicate al finanziamento
dei servizi sociali, da cui ne è scaturito un ulteriore grave
peggioramento e impoverimento della rete dei servizi.
Nell’art. 6 della bozza iniziale del decreto Balduzzi, “norme per la ra-
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