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La regolazione sociale
PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE CISL LOMBARDIA
Per la Cisl la consapevolezza che la contrattazione e, più in generale, la
regolazione dei processi economici e sociali costituisce il terreno sul quale
si misura la capacità di tutti gli attori di superare, insieme, la crisi si è
tradotta nella disponibilità a ricercare a livello di imprese, di settore e di
territorio, e a livello interconfederale accordi che consentano di tenere
assieme i soggetti delle relazioni sindacali ma anche di trovare soluzioni
costruttive, adeguate alla natura dei problemi in campo e alla vitale esigenza
di potenziare il ruolo della regolazione sociale e della contrattazione
come fattore di sviluppo e come reale alternativa ai comportamenti
conflittuali. La crisi globale – è sempre più evidente - sta scardinando
molte “conquiste” della stagione dei diritti sindacali degli anni Settanta e
della sua deriva partecipativo-conflittuale degli anni Ottanta. L’inasprirsi
dei toni nell’affrontare i problemi delle relazioni industriali non ci impedisce
di distinguere i comportamenti orientati alla rivalsa e al rapporto di
forza antagonistico, dalle necessità dovute al mutamento dei tempi e del
contesto globale e delle condizioni effettive delle imprese.
La ricostruzione dei contesti relazionali fondati sull’affidabilità e sulla
fiducia reciproca richiede elevate competenze e consapevolezze diffuse
sull’importanza della collaborazione nell’identificare i problemi e
nel gestirli al fine di contribuire alla soluzione della crisi. Si tratta di
un’operazione assolutamente indispensabile se si vuole dare un seguito
all’impegno contenuto nelle “Linee guida” definite tra le parti sociali
nel novembre scorso e che indicano un’ipotesi di nuova regolazione
per via contrattuale di una parte della legislazione del lavoro, in
tema ad esempio di assegnazione di mansioni e controllo a distanza
della prestazione.
Non sempre i risultati sono stati pienamente soddisfacenti e le soluzioni
adottate risolutive di tutti i problemi. Tuttavia non sono mai venute
meno la responsabilità e l’impegno per ottenere dalla riforma del
lavoro e dalla legge di stabilità il miglior risultato possibile. Gli strumenti
o anche solo gli spunti e le opportunità conseguenti queste “riforme”
consentono ora di orientare le scelte, gli accordi e i comportamenti
a livello di impresa, settore e territorio, alla costruzione di un sistema
economico e d’impresa che sia in funzione delle esigenze umane
e non viceversa.
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