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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
La qualificazione del lavoro
Nello scorso decennio la regolarizzazione degli immigrati ha sostenuto
il saldo occupazionale lombardo ma si è retto sulla creazione di
molti posti di lavoro a basso valore aggiunto e poco qualificati. Sono
tendenze opposte a quelle di altre aree economiche sviluppate europee,
dove si creano solo posti di lavoro ad alti profili professionali. Qualificare
il lavoro e i lavoratori lombardi deve essere l’obiettivo centrale
di una campagna di politiche e di coinvolgimento delle parti sociali
molto forte e di lungo periodo. Oggi, e ancor più in prospettiva, la
competitività e la crescita delle imprese e dell’intero sistema economico
dovranno contare sull’apporto decisivo del lavoro qualificato, soprattutto
in assenza di leve storiche non più agibili, come la moneta
svalutata o il ricorso al debito pubblico.
La contrattazione e la produzione di azioni di formazione continua deve
tornare ad essere una politica meglio orientata dalla Regione e dalle
parti sociali, sia sulla base delle risorse pubbliche che intervenendo
nel funzionamento dei fondi interprofessionali. Oggi è più che mai
fondamentale una miglior finalizzazione dei fondi europei e pubblici,
e la ricontrattazione delle regole dei fondi interprofessionali per meglio
condizionare i risultati della formazione da essi finanziata. Occorre
definire percorsi che includano tutti i lavoratori in azioni volte
all’incremento della qualificazione, anche con una contrattazione salariale
di secondo livello che dia maggior riconoscimento al valore
della professionalità, della capacità di risultato e del merito. Ai medesimi
corrisponde l’adozione, in via definitiva, del libretto formativo e
del bilancio delle competenze quali bagagli indispensabili che ogni lavoratore
deve coltivare ed utilizzare nella propria vita lavorativa.
La prevenzione degli infortuni
In Lombardia possiamo constatare una riduzione del numero degli infortuni
denunciati all’Inail, in particolare nel 2011 la diminuzione è
stata del 4,7% rispetto all’anno precedente. Il dato positivo è confermato
anche dalla riduzione del 4,8% della frequenza infortunistica,
ovvero del rapporto tra infortuni denunciati e numero degli occupati.
In flessione anche i casi mortali, che sono passati dai 127 del 2010 ai
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