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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
■ ❚ ❙ 1.7 L’integrazione contrattuale del welfare
L’integrazione tra i vari soggetti e livelli di welfare richiede un’intensa
azione di riordinamento e di incremento dell’efficienza complessiva
agendo nel campo delle pensioni, della sanità, nel contrasto alla
disoccupazione e alla inoccupazione, e nei servizi sociali. Tale azione
deve essere sviluppata sia a livello nazionale che ai vari livelli di articolazione
sociale, d’impresa, territoriale e regionale. Negli ultimi anni
la contrattazione collettiva e la previdenza privato-collettiva hanno
integrato/migliorato alcune prestazioni dello stato sociale ma il superamento
di fatto delle perverse logiche egualitarie non deve mettere in
dubbio il principio dell’universalità delle tutele, al fine di garantire alla
persona i servizi e le prestazioni necessarie mediante la presa in carico
integrale del suo specifico bisogno e la conseguente organizzazione
di una risposta integrata e appropriata. Le responsabilità di cura
e tutela che l’ordinamento assegna alle istituzioni non possono più
essere scaricate sul pur fondamentale ruolo di cura della famiglia.
Un welfare centrato sula persona non può limitarsi a trasferire risorse
monetarie, ma deve garantire servizi adeguati e prestazioni appropriate
in base al fabbisogno di assistenza individuale – ai fini della sua sostenibilità,
nel rispetto dei Lea – anche richiedendo un’eventuale compartecipazione
ai costi della quota sociale, sulla base delle accertate e
reali capacità economiche dell’interessato e della sua famiglia. Tale sistema
di compartecipazione va implementato anche favorendo la costituzione
di appositi fondi bilaterali e di mutualità contrattati tra le
parti sociali su scala decentrata (regionale e territoriale) per sostenere
e garantire la libertà di scelta (informata, responsabile e tutelata), all’interno
di una rete di erogatori accreditati dalle istituzioni, con esse
contrattualizzati e dalle stesse controllati. Secondo il principio di sussidiarietà,
il privato sociale si propone come efficace partner strategico
nella costruzione di questi rapporti cooperativi e di coprogettazione
territoriale cui sono chiamate le istituzioni locali, i soggetti della
rappresentanza e le realtà associative.
A tal fine va dato un deciso impulso e assicurato, tanto più nella fase
di implementazione e diffusione, sostegno fiscale e finanziario di van-
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