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Scarica il numero 1 di Oggi Domani Anziani - FNP CISL Pensionati ...

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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE <strong>CISL</strong> LOMBARDIA<br />

Molteplici sono le azioni che potrebbero favorire percorsi formativi a<br />

sostegno dell’inserimento nel mondo del lavoro. Occorre superare i<br />

pregiu<strong>di</strong>zi culturali (formazione come fattore <strong>di</strong> libertà e ascensione<br />

sociale; lavoro come sfruttamento ed alienazione) respingendo la separazione<br />

<strong>di</strong> tempi, <strong>di</strong> luoghi e <strong>di</strong> valore tra la l’acquisizione della cultura<br />

generale e della cultura professionale, tra le competenze <strong>di</strong> base e<br />

quelle specialistiche, tra le <strong>di</strong>scipline comuni e quelle <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, tra<br />

formazione esterna ed interna all’impresa. L’appren<strong>di</strong>stato è oggi l’unica<br />

forma possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> lavoro organizzato, protetto e correttamente<br />

remunerato che permette, durante gli stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> conseguire un titolo dal<br />

valore legale. Il suo potenziamento è legato anche ad un <strong>di</strong>verso equ<strong>il</strong>ibrio<br />

tra <strong>il</strong> trattamento retribuivo e la qualità della formazione garantita<br />

dall’impresa.<br />

Formazione e lavoro dei giovani 18-30 anni<br />

La fascia d’età tra 18 e i 30 anni sfugge generalmente alle statistiche<br />

– che per convenzione internazionale considerano “giovani” le persone<br />

fino a 24 anni – anche se è quella che ha subìto l’effetto negativo<br />

dei più recenti interventi in tema <strong>di</strong> mercato del lavoro. È la fascia <strong>di</strong><br />

età <strong>di</strong> riferimento dell’appren<strong>di</strong>stato professionalizzante, <strong>di</strong> mestiere,<br />

<strong>di</strong> alta formazione, <strong>di</strong> ricerca.<br />

Si scaricano in questo segmento della popolazione non solo gli effetti<br />

della crisi economica – <strong>il</strong> 70% dei posti <strong>di</strong> lavoro persi era occupato da<br />

persone sotto i 35 anni – ma anche la debolezza <strong>di</strong> percorsi formativi<br />

<strong>di</strong>stanti dal reale bisogno professionale del territorio, così come le pesanti<br />

cadute motivazionali per le quali l’Italia risulta essere <strong>il</strong> primo<br />

paese europeo per <strong>numero</strong> <strong>di</strong> giovani inattivi (circa 2 m<strong>il</strong>ioni) che non<br />

stu<strong>di</strong>ano e non lavorano.<br />

Per aiutare l’introduzione <strong>di</strong> una virtuosa circolarità tra la formazione<br />

acquisita dai giovani e la loro occupazione, la strada obbligata è quella<br />

<strong>di</strong> far entrare <strong>il</strong> mondo del lavoro, <strong>di</strong> qualsiasi lavoro, nel cammino<br />

<strong>di</strong> formazione dei giovani. A partire già dalle scuole me<strong>di</strong>e, ma ancor<br />

più durante gli anni universitari. Per questo è fondamentale rendere<br />

obbligatori i tirocini curriculari, anticipare <strong>il</strong> praticantato per le professioni<br />

che fanno riferimento a or<strong>di</strong>ni e collegi professionali agli ul-<br />

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