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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE CISL LOMBARDIA fessionali non in termini di una fredda job description ma riproducendo un contesto comunitario, funzionale alle esigenze dell’intera organizzazione e di cui partecipino i corsisti e tutti coloro che sono chiamanti a svolgere un ruolo docente. A completamento delle doti dei delegati e di dirigenti, accanto alla formazione strutturata si conta sul potenziamento delle capacità di apprendere maturate dall’esperienza, esplicazione delle abilità artigiane insite nel lavoro sindacale. L’artigiano conosce ogni fibra della materia che deve trattare (le esigenze dei lavoratori), sceglie gli attrezzi adeguati (la contrattazione, la regolazione), valuta l’effetto di ogni azione, la corregge in continuazione, sa distinguere ogni fase della lavorazione. Il lavoro nel sindacato è lavoro artigiano, non ha a riferimento standard ripetitivi e uniformi; è un modo di pensare, di interpretare, di esprimersi e di comunicare ancor prima che una sequenza di azioni ben fatte. Per questo è importante che il gruppo dirigente attuale e quello che si dovrà formare per il futuro, siano di grado di riscoprire il senso e la pratica dell’«arte» insita nel fare sindacato. Quel mestiere ben appreso, attraverso il quale si alimenta la qualità delle competenze e delle motivazioni delle persone su cui poggia e si sviluppa la nostra azione, si rigenera l’impegno sociale e la passione di tante donne e uomini che vivono la vita organizzativa. L’etica associativa nell’uso delle risorse La natura associativa della Cisl orienta di per sé in senso etico tutti i comportamenti e ha un riscontro diretto nelle modalità di impiego e di gestione delle risorse. Un ordine di responsabilità particolarmente accentuato in presenza delle ricadute della crisi economica e sociale che impegna tutti nella valutazione attenta di come vengono utilizzate le risorse disponibili, verificando se effettivamente sono ben indirizzate e se non ci siano modi più utili, efficaci ed efficienti. La «caccia agli sprechi» di tutti i generi e di ogni entità diventa, deve diventare, un esercizio essenziale di economia e insieme di moralità. Dentro le organizzazioni, soprattutto quelle che gestiscono risorse comuni, e nella contrattazione collettiva. Quando denunciamo i com- 161
CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO portamenti illeciti e scorretti di chi evade il fisco e sperpera il denaro pubblico, assumiamo implicitamente la responsabilità di ciascuno di noi a mettere in pratica comportamenti improntati a sobrietà e correttezza. I processi innovativi e l’evoluzione degli assetti organizzativi, potrebbero risultare tanto più efficaci, quanto più riusciranno a rendere partecipati e trasparenti tali percorsi dotandosi di adeguati strumenti. In tal senso, l’adozione, nelle diverse articolazioni organizzative, di un «bilancio sociale», potrebbe rivelarsi uno strumento utile per mettere a punto analisi organizzative ben ponderate e per fare evolvere razionalmente i processi organizzativi, così come le modalità comunicative tra le strutture, agendo anche a consolidamento dei rapporti con le diverse realtà sociali e istituzionali esterne. II. Economia e società: la Lombardia, tra emergenze e potenzialità ■ ❚ ❙ 2.1 Il capitale umano In Lombardia vivono oggi 9 milioni e 704 mila persone; i trend di crescita fanno prevedere il superamento della soglia dei 10 milioni nel corso 2016 per poi portare alla stabilizzazione, poco al di sotto degli 11 milioni, fra circa trent’anni. A determinare questa dinamica demografica sarà il forte aumento della popolazione straniera, destinata a triplicarsi entro il 2060, compensando largamente – con circa due milioni di unità in più – il prevedibile calo di circa 700 mila italiani. La popolazione in età lavorativa Nel decennio 2011-2021 le trasformazioni strutturali della popolazione lombarda riguarderanno in modo significativo la componente in età lavorativa, convenzionalmente identificata dai 18-64enni, che cre- 162
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