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PARTE II: IL XVII CONGRESSO NAZIONALE FNP-CISL sensibilità in materia ed una eccessiva frammentazione dei fondi categoriali. Anche su questo versante, la Fnp attraverso le proprie strutture presenti sul territorio potrebbe contribuire a ridurne il divario alla luce anche dell’impegno assunto verso i giovani con il patto intergenerazionale. Portare avanti con la Cisl, congiuntamente con le categorie, una strategia complessiva in grado di gettare le basi per un definitivo rilancio della previdenza integrativa, alla pari degli altri Paesi della Ue. DEROGHE PREVISTE DAL D.LGS. 503/92 L’Inps, sulla base di un parere ufficioso del Ministero del Lavoro, non riconosce la pensione di vecchiaia a coloro che, al 31 dicembre 1992, hanno raggiunto i 15 anni di contributi o, autorizzati ai versamenti volontari, in quanto ritiene che la nuova normativa li obbliga a dover maturare 20 anni di contributi. Ricordiamo che il DLGS 503/92 fissa una nuova disciplina in materia di pensione di vecchiaia, modificando i requisiti di età, assicurativa e contributiva. Di conseguenza, ha ritenuto di ammorbidire l’impatto di detta riforma nei confronti di alcune specifiche categorie di assicurati, attraverso un sistema di deroghe selettive, nel senso che alcune categorie sono state escluse dall’inasprimento di uno dei requisiti. In particolare, per i non vendenti e per gli invalidi riconosciuti all’80% ed oltre, gli autorizzati ai versamenti volontari ante 31 dicembre 1992 e coloro che alla stessa data avevano già maturato i requisiti. Da ciò ne discende che il legislatore, in occasione dell’emanazione di una riforma per il diritto alla pensione di vecchiaia, ha inteso definire per queste particolari categorie, deroghe speciali, attraverso l’utilizzo di requisiti vecchi e nuovi. Tale volontà ad oggi non è stata abrogata in maniera esplicita dalla recente legge 214/2011, condizione preliminare di carattere essenziale: pertanto tale quadro normativo va ritenuto integro ed in detti termini applicabile. 93
CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO Quindi è necessario che l’Inps modifichi questa interpretazione della norma, al fine di evitare un inutile, sicuro e dispendioso contenzioso giudiziario. ESODATI Gli esodati rappresentano una vera e propria emergenza sociale, ai quali deve essere data una risposta certa ed in tempi brevi, graduata a seconda delle singole situazioni, poiché si tratta di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e che rischiano di trovarsi senza alcun reddito. Le nostre iniziative devono continuare affinché, in tempi rapidi, venga ripristinata la normativa in vigore al 31 dicembre 2011. Inoltre, occorre un attento monitoraggio su tutte le situazioni di salvaguardia nei confronti delle quali si sta operando. Il prossimo 7 gennaio 2013 sarà comunicato, da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il monitoraggio conclusivo dell’intera procedura che, a fronte della domanda presentata entro il 21 novembre u.s., porterà ad individuare i primi 65.000 lavoratori salvaguardati. Di questi, come ha precisato di recente il Ministero del Lavoro, restano ancora esclusi i lavoratori che alla data del 4 dicembre 2011 non avevano un formale procedimento di esonero ma solamente un parere favorevole; così anche rimangono esclusi i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro, ai sensi degli artt. 410, 411 e 412 ter del cpc, e che si sono rioccupati successivamente alla data di risoluzione del rapporto di lavoro. In campo c’è ancora l’applicazione del decreto interministeriale, di cui all’art. 22 del D.L. n. 95/2012, convertito in Legge n. 135/2012, che ha ampliato la platea dei soggetti destinatari della salvaguardia nel limite numerico di altri 55.000 come anche le risorse previste (100 milioni di euro per l’anno 2013), per altri salvaguardati, all’interno della legge di stabilità. L’incertezza sulla sorte di migliaia di lavoratori che rischiano di trovarsi senza salario, senza pensione e senza un nuovo lavoro, regna sovrana. 94
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