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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
età da pensione. Il risultato di tale contabilità segnala per il complesso
della popolazione 387 milioni di anni ancora da vivere (mediamente
39,9 per abitante), dei quali – immaginando come confini all’età lavorativa
il 20esimo compleanno, da un lato, e dall’altro il 60esimo o
65esimo, rispettivamente, per femmine e maschi – 185 milioni di anni
verrebbero spesi in età da lavoro e 183 milioni in età da pensione.
In altri termini, possiamo affermare che, alle condizioni di cui si è detto,
ogni residente in Lombardia avrebbe mediamente davanti a sé 19,1
anni di lavoro, ma anche 18,8 anni di pensione. I riflessi socio-economici
di questo quasi sostanziale pareggio sono facilmente immaginabili.
A maggior ragione se si considera che calcoli analoghi, svolti a
partire dalle previsioni della popolazione residente al 9 ottobre 2031,
segnalano tra vent’anni – a regole di entrata/ uscita invariate (e alle
attuali condizioni di sopravvivenza) - un deciso sorpasso della componente
del patrimonio demografico destinata ad essere vissuta come
età da pensione rispetto a quella prospettabile come età da lavoro: 192
milioni di anni per la prima (18,2 pro capite per i lombardi del 2031)
a fronte di 184 milioni per la seconda (17,4 anni pro capite). In conclusione,
anche al di là del citato sorpasso, si ha ragione di ritenere che
se anche il gruzzolo di potenziali anni di lavoro potrà restare sostanzialmente
invariato, il complesso degli anni di pensione si accrescerà
del 5% circa.
Gli aspetti territoriali
Allargando lo sguardo al futuro demografico delle singole realtà provinciali
si rileva innanzitutto come la crescita numerica nel ventennio
2011-2031 – spinta dal contributo migratorio – sia sostanzialmente generalizzata.
Solo la provincia di Sondrio denuncia un calo demografico
(il 3% in meno in ognuno dei due decenni considerati dalla prospettiva).
Tutte le altre province segnalano incrementi che, tra il 2011
e il 2021, vanno dal minimo del 3% a Lecco al massimo del 9% a Mantova,
estremi che, alla fine del decennio successivo, salgono rispettivamente
al 4% e 17%.
Sul piano delle dinamiche relative alla struttura per età, ciò che indistintamente
accomuna tutte le dodici realtà provinciali in esame è la
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