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Scarica il numero 1 di Oggi Domani Anziani - FNP CISL Pensionati ...

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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE <strong>CISL</strong> LOMBARDIA<br />

Occorre anche considerare che nel corso degli ultimi anni l’ipotesi <strong>di</strong><br />

completa “esogeneità” dell’offerta <strong>di</strong> lavoro non appare più così scontata<br />

come in passato. Sia perché le decisioni <strong>di</strong> partecipazione hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere mutevoli a seconda del cambiamento delle con<strong>di</strong>zioni<br />

economiche, sia perché la componente dell’offerta <strong>di</strong> lavoro immigrata<br />

tende, almeno parzialmente, a rispondere alle esigenze della<br />

domanda, ovvero a comportarsi come una variab<strong>il</strong>e endogena. Si potrebbe<br />

dare quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> una riduzione degli afflussi <strong>di</strong> immigrati,<br />

<strong>il</strong> che, a parità <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong> lavoro, ridurrebbe la <strong>di</strong>soccupazione.<br />

Questa è evidentemente una possib<strong>il</strong>ità, ma solo in misura parziale. Le<br />

analisi degli ultimi anni mostrano <strong>di</strong>fatti come vi siano prevalentemente<br />

forme <strong>di</strong> complementarietà fra forza lavoro immigrata e lavoratori<br />

italiani, per cui <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente le minori opportunità occupazionali<br />

saranno compensab<strong>il</strong>i con riduzioni degli afflussi migratori, a parte<br />

i segmenti specifici del mercato del lavoro in cui l’incidenza degli<br />

stranieri è più elevata.<br />

Non è neanche escluso poi che gli stessi lavoratori anziani, non più<br />

pensionab<strong>il</strong>i dopo la riforma, risultino occupab<strong>il</strong>i. E per quanti non riusciranno<br />

a trovare un impiego, la scelta <strong>di</strong> restare nel mercato non è<br />

un fatto scontato.<br />

Una possib<strong>il</strong>ità alternativa a quella della crescita è quin<strong>di</strong> rappresentata<br />

da fenomeni <strong>di</strong> “spiazzamento” fra gruppi <strong>di</strong> lavoratori, tali da<br />

portare in alcuni casi all’aumento della <strong>di</strong>soccupazione e, in altri, all’uscita<br />

<strong>di</strong> alcuni lavoratori dal mercato. Certo è che la pressione del<br />

maggiore <strong>numero</strong> <strong>di</strong> lavoratori anziani sul mercato del lavoro, se non<br />

sarà assorbita da un’occupazione più <strong>di</strong>namica, non potrà che tradursi<br />

in un ulteriore peggioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ingresso nel mercato<br />

per i giovani, a meno <strong>di</strong> essere in qualche modo compensata da<br />

un’evoluzione meno <strong>di</strong>namica della componente degli stranieri o da<br />

un’uscita degli anziani non occupati dal mercato.<br />

All’aumento della “quantità” <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro dovrà corrispondere un<br />

aumento della qualità (e della produttività del lavoro) che riguarderà<br />

in primo luogo <strong>il</strong> settore industriale. L’ammodernamento <strong>di</strong> questo settore<br />

non è necessario solo per rispondere alle attese della offerta <strong>di</strong> lavoro<br />

interna, ma anche per sostenere una competitività che in questi<br />

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