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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
le dovrebbe venire dall’impegno costante delle forze sociali, dalla
unione bancaria in corso di realizzazione e dal passaggio, nel marzo
del 2014, della vigilanza sulle banche della zona euro di dimensioni
medio-grandi dalle autorità nazionali alla BCE, introducendo una
maggiore uniformità dei criteri di supervisione bancaria tra i paesi europei,
evitando che in alcuni di essi le autorità lascino che le banche
accumulino grandi rischi.
Questo passaggio costituisce inoltre la premessa perché gli interventi
di riorganizzazione di banche in crisi vengano finanziati a livello comunitario,
anziché gravare sui bilanci pubblici nazionali. Ma la vera
sfida per il futuro è la costruzione della nuova governance della zona
euro.
Fisco europeo, bilancio federale
La sopravvivenza della moneta unica è legata alla volontà dei governi
di trasferire sovranità fiscale a istituzioni europee, che abbiano il potere
di gestire un bilancio federale di dimensioni significative e che siano
legittimate democraticamente. Il primo importante passo in questa
direzione potrebbe essere l’elezione diretta del presidente della UE. La
necessità di procedere verso un accentramento della responsabilità fiscale
nella zona euro è stata riconosciuta nel Rapporto del presidente
del Consiglio europeo. L’Italia dovrebbe (insieme ad altri) farsi promotore
di progressi concreti su questo fronte. Solo un’Europa dotata di un
bilancio federale sarebbe in grado di trasferire risorse dalle aree dove la
congiuntura economica è in una fase positiva a quelle che si trovano
nella situazione opposta: questo consentirebbe di attenuare l’impatto di
una recessione sul reddito e sull’occupazione delle aree di crisi.
Il Nord, e in particolare la Lombardia che vanta una plurisecolare
proiezione continentale, hanno tutto l’interesse a sostenere la promozione
di una nuova governance europea democraticamente legittimata
e culturalmente attrezzata. Che possa contare sulla ripresa di quel dialogo
sociale europeo che costituisce un potenziale deterrente contro i
circoli viziosi degli egoismi nazionali e si propone come interprete delle
esigenze prioritarie del lavoro e dell’economia reale contro gli artifici
e i vizi delle mere logiche finanziarie e bancarie.
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