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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE CISL LOMBARDIA che costituisce un indicatore non marginale del livello di competitività delle produzioni lombarde. Le caratteristiche dimensionali delle imprese industriali lombarde non si distinguono molto da quelle nazionali; per la stragrande maggioranza sono di piccole-medie dimensioni, caratteristica che con una certa frequenza costituisce un serio ostacolo alla loro capacità non solo di crescere ma anche di affrontare, o sopravvivere, ad una crisi profonda e prolungata come l’attuale. Tra le principali strategie di medio-lungo periodo che le imprese lombarde potrebbero mettere in atto per fronteggiare e superare la crisi, migliorare i livelli di produttività e di competitività sui mercati nazionali e internazionali: ■ puntare alla crescita investendo non solo sulla conoscenza ma anche nella ricerca e sviluppo, nell’innovazione dei prodotti (modificando ed ampliando la gamma), dei processi produttivi (per guadagnare efficienza produttiva e vantaggio competitivo in termini di qualità e di costi), dei sistemi organizzativi a livello aziendale (per ridurre aree di inefficienza amministrativa, commerciale, gestionale, ecc.); ■ proiettarsi sui mercati internazionali; ■ integrare l’attività a monte e a valle per recuperare competenze e quote di valore (compressione della filiera); ■ ricercare nuovi modelli di sviluppo e crescita più adatti soprattutto alle imprese di piccole-medie dimensioni. Per esempio, per le piccole e medie imprese, per le quali risulta sempre più difficile raggiungere, mantenere o migliorare livelli di competitività necessari per inserirsi con successo sui mercati nazionali e internazionali, esiste ora uno nuovo strumento molto importante denominato “contratto di rete” – introdotto con l’approvazione del Decreto Sviluppo – che punta sulla collaborazione, lo scambio di informazioni commerciali e produttive, l’esercizio in comune. Infine, sono sempre attuali anche altri suggerimenti per strategie indirizzate ad incrementare la flessibilità e l’agilità a rispondere con velocità alle mutevoli esigenze della clientela, e a consolidare le collaborazioni con i fornitori principali all’interno delle filiere. 169
CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO Altri temi importanti da sviluppare sono il miglioramento del livello di compatibilità qualitativa tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, soprattutto giovanile, e le azioni tese a favorire una spesa pubblica selettiva per gli investimenti in infrastrutture e in servizi per le imprese innovative. ■ ❚ ❙ 2.3 Il mercato del lavoro Dalla estrapolazione delle tendenze in corso nell’evoluzione delle forze di lavoro emerge un quadro molto preoccupante, sia con riguardo agli aspetti puramente quantitativi, sia a quelli di carattere qualitativo dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La recente inversione di tendenza nella dinamica delle forze di lavoro apre un nuovo tema di discussione. Difatti, l’aumento dell’offerta di lavoro di per sé dovrebbe essere un segnale positivo, coerente con la possibilità di una accelerazione del tasso di crescita dell’economia. Nulla però garantisce che la maggiore offerta sia effettivamente collocabile in tempi brevi nel processo di produzione, se i meccanismi di assorbimento (di natura macroeconomica e microeconomica) non funzionano a sufficienza. Tale configurazione costituisce una sfida per la politica economica: se nei prossimi anni, come è possibile, si osserverà una tendenza al rientro degli inattivi (scoraggiati o meno) nel mercato del lavoro, occorrerà che tale offerta si traduca in un aumento del nostro potenziale di crescita. Nel caso opposto, la crescita delle forze lavoro non produrrà altro che un aumento del numero dei disoccupati. Esattamente come è successo in questo ultimo anno, quando il peso della disoccupazione è andato a gravare soprattutto sui giovani. Per quanto il tasso di disoccupazione dei giovani lombardi, con età compresa tra 15 e 24 anni, sia ben inferiore alla media nazionale, esso è aumentato di quasi l’80 per cento, tra il 2007 e il 2011. Si stima che nel 2012 avrà raggiunto il doppio del tasso del 2007. Si tratta di un aumento percentuale maggiore di quello che è avvenuto nella media nazionale. 170
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