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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
l’assistenza alle persone e altresì della sanità, sulla quale vi è una valutazione
solo parzialmente positiva degli effetti della Spending review.
Vi è il riconoscimento dello stato attuale di grave deficit dell’assistenza
sanitaria sul territorio e della importanza che un programma
di riforme tese a ribilanciare i rapporti tra il mondo sanitario e quello
dell’assistenza territoriale, potrebbe avere al fine non solo di conseguire
obiettivi di spesa ma anche una migliore appropriatezza delle cure.
Da questo punto di vista vi è certamente una valutazione positiva
dei programmi di riordino che dovrebbero accompagnare la razionalizzazione
(in corso) dell’offerta ospedaliera. Rimane tuttavia un problema,
inevaso peraltro dall’attuale corso legislativo: quello risorse.
Come assicurare una piena e efficace presa in carico territoriale, soprattutto
nei confronti dei non autosufficienti, se la rete dei servizi territoriali,
integrati, a cavallo tra sociale e sanitario, di continuità assistenziale
(come viene prefigurata dalla stessa Spending review) non è
investita di un vero e credibile piano di riammodernamento? Questo è
il nodo più critico dell’attuale fase che in realtà rischia di tradursi in
un di meno di prestazioni, tanto ospedaliere quanto integrate sul territorio.
Il confine tra efficienza e riduzione dei diritti è molto stretto. E a ben
vedere è questo il nodo problematico con cui le riforme la stessa contrattazione
sociale deve fare i conti. Ci sono vincoli di bilancio che non
permettono ad oggi una estensione della spesa sociale. Anzi per più di
un verso questa spesa è destinata a diminuire. Ma come garantire livelli
della prestazioni, diritti sociali in una condizione di strutturale diminuzione
di risorse? Questa è probabilmente la domanda che di più
interroga le organizzazioni sindacali.
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