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CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO
■ ❚ ❙ 7. Sviluppo, competitività e qualità del sistema produttivo
La crisi finanziaria, che ha determinato la più ampia e profonda depressione
dal dopoguerra ad oggi, ha messo in evidenza rischi legati a
un eccesso di finanziarizzazione dell’economia. La leva finanziaria,
nata per sostenere l’economia reale, si è trasformata in un circuito
parallelo, in cui la generazione della ricchezza sembrava slegata dalla
capacità di produrre merci competitive sui mercati.
La necessità di ricomporre le relazioni tra strumenti finanziari ed
economia reale è oggi largamente condivisa a livello internazionale
ed è divenuta obiettivo principale di tutte le ricette per uscire
dalla crisi sperimentate dai Paesi avanzati. La crisi, inoltre, ha mostrato,
a livello internazionale, la necessità di guardare più attentamente
alle molteplici dimensioni del benessere, ampliando gli indicatori
che orientano la politica. Poiché «cosa si misura» influenza
«cosa si fa», è necessario introdurre nella governance italiana ed
europea, insieme al fiscal compact, un sistema di indicatori che segnalino
attentamente l’evoluzione del benessere e della qualità della
vita.
In questo quadro, la crescita economica rimane essenziale. La Commissione
europea ha condiviso questa nuova fase dell’economia mondiale,
tornando a mettere al centro della propria azione il sostegno dell’industria
manifatturiera come l’asse portante su cui costruire lo sviluppo
dei prossimi decenni. La nuova programmazione dei Fondi
strutturali metterà a disposizione delle imprese ingenti risorse economiche,
finalizzate ad aumentare la capacità competitiva dell’Unione,
puntando sull’innovazione tecnologica come chiave per affrontare le
nuove sfide della globalizzazione.
La centralità dell’industria diviene quindi lo snodo attorno al quale costruire
le nuove politiche per la crescita. L’Italia affronta questa nuova
fase dell’economia mondiale potendo contare su una struttura industriale
ancora solida, ma dovendo affrontare problemi strutturali
che hanno impedito al nostro Paese di sfruttare le proprie potenzialità.
D’altra parte, la capacità del sistema Italia di essere competitivi e
ritrovare la via dello sviluppo non dipende solo dal settore manifattu-
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