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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE CISL LOMBARDIA taggio per la contrattazione integrativa, aziendale e territoriale, per assicurare alle famiglie la possibilità di ricorrere ad appositi fondi aziendali, territoriali o di settore, per far fronte alle risorse richieste dalle istituzioni a titolo di compartecipazione al sistema di welfare, nonché per garantire a costi accessibili e con elevata qualità, anche mediante oculati controlli “sociali”, la possibilità di usufruire di prestazioni sanitarie, assistenziali, di conciliazione, sociali che già oggi sono fuori dal sistema “pubblico” di welfare universale e quindi interamente a carico delle famiglie (dentista, ginecologo, medicina preventiva e alcune visite specialistiche, beni di uso primario, badanti, servizi di assistenza domiciliare, nidi, scuole dell’infanzia, spese correlate all’istruzione e al trasporto, ecc.). ■ ❚ ❙ 1.8 Il Nord oltre la crisi: rigenerazione sociale e sviluppo sostenibile Il Nord del Paese, quello a regime ordinario, che non comprende le regioni a statuto speciale che vivono comunque una situazione diversa, fino alla crisi ha configurato un suo equilibrio, con crescenti sacche di insofferenza, nel contesto dell’economia sociale di mercato. Quello che viene chiamato il «grande patto sociale manifatturiero» ha manifestato capacità di tenuta per merito di una miscela originale tra i nuovi attori della struttura industriale, la media impresa multinazionale tascabile fortemente internazionalizzata, la logica diffusiva dei bacini di offerta del lavoro e un sistema di welfare, ridondante e costoso, ma comunque capace di non ridursi alla sua versione statalista, mantenendo un vivace profilo aderente alle sussidiarietà espresse dalle comunità locali. Le aspettative (tradite) del federalismo Una parte cospicua del malessere pre-crisi si è riversato sulle aspettative di federalismo nella convinzione che, applicato alla fiscalità, avrebbe risposto alla sempre più estesa percezione di iniquità nei criteri di redistribuzione statale della ricchezza, premianti per l’assisten- 147
CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO zialismo, l’evasione fiscale e contributiva, l’economia sommersa e anche quella malavitosa. Si è vista nel federalismo la leva per conservare il mondo ricco e variegato del patto sociale manifatturiero rinunciando a mettere in campo prospettive di lungo periodo e più articolate, in grado di vivificare i processi di trasformazione senza trascurare le risposte forti alle tante modernizzazioni incompiute di questo Paese, di cui il Nord è emblema, modello e vittima. Ma è dalla ricostruzione dal basso della coesione sociale che si generano le energie e le risorse necessarie per affrontare la crisi, non dai tanti dirigismi tecnocratici declinati al futuro di cui sentiamo cianciare. Dobbiamo partire dal Nord perché in quest’area del Paese ci sono le energie sociali, le risorse accumulate, i saperi, il potenziale produttivo, l’apertura internazionale, le responsabilità diffuse, le reti di welfare anche sussidiario che permettono di far partire prima una nuova crescita. È imbarazzante dover rilevare, con l’immenso lavoro in profondità che c’è da fare, quanto sia inservibile il sistema politico, la politica e il ceto politico tradizionale. Inservibile in gran parte per ragioni «sistemiche», la politica ha concepito la sua autonomia come autoreferenzialità, costituendosi in un «campo chiuso». Per questo anche le iniziative che nascono con ottimi intenti riformatori per l’Università o il mercato del lavoro sembrano non riuscire a camminare fuori dal palazzo e prevalgono comprensibilmente le resistenze agli iniqui tagli orizzontali. La riqualificazione ambientale Il modello di sviluppo generato dalla secolare crescita manifatturiera del Nord ci lascia in eredità un deficit di razionalizzazione sociale degli interventi sul contesto ambientale e nell’uso del territorio. Il processo di relativa deindustrializzazione degli ultimi anni non ha dato occasione per mettere mano ai connessi problemi ambientali. Un rinnovato impegno per una riqualificazione ambientale realizzata tramite una serie di interventi progettati in modo organico tenendo conto delle specificità locali e delle rispettive interazioni, nonché delle tipicità produttive della nostra regione, può restituire il nostro territorio a un uso sociale che coincida con la sua complessiva valorizzazione sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico, ecologico e produt- 148
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di Attilio Rimoldi* La Fnp ha preso
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