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PARTE III: XI CONGRESSO REGIONALE CISL LOMBARDIA ■ ❚ ❙ 1.11 La via della riorganizzazione: come generare il successo organizzativo Fiducia e responsabilità Nella nostra prospettiva lo scopo di un’organizzazione sindacale è creare fiducia e ottenere fiducia dai lavoratori in quanto capaci di essere rappresentanti fedeli dei loro bisogni. La fiducia misura il nostro successo ed è il parametro di riferimento per valutare l’efficacia dell’azione di rappresentanza e l’efficienza dell’agire organizzativo. Nostro compito è esercitare la responsabilità di alimentare la fiducia assicurando agli iscritti il raggiungimento di obiettivi concreti, autonomamente definiti e selezionati in ragione delle possibilità di riuscita e della loro progressiva implementazione. Per la Cisl il successo di un sindacato non dipende dalla capacità di dare rappresentatività al mondo del lavoro attribuendo priorità agli obiettivi di ordine generale. Né di agire senza preoccuparsi degli effetti di lungo periodo della propria azione, come accade per le azioni politiche di breve respiro. Non dipende neppure dal mero numero di iscritti o da altri parametri quantitativi misurabili in termini di servizi erogati. La missione del sindacato in cui ci identifichiamo origina da una visione complessiva della società e dall’elaborazione di una progettualità che riesca a esprimere la speranza in un mondo migliore e il senso di poter cambiare le cose. Strategie e obiettivi organizzativi dipendono dalla concezione della rappresentanza non come tutela di pochi ma come spazio di partecipazione democratica sempre più estesa, riconoscibile e riconosciuta. La spinta associativa Non possiamo trascurare, innanzitutto, la domanda di rappresentanza inespressa dai lavoratori non iscritti al sindacato e gli effetti sul potenziale di sindacalizzazione conseguenti le criticità occupazionali e l’eterogeneità crescente delle domande di tutela conseguenti le ristrutturazioni produttive determinate dalla crisi. In un mercato del lavoro 157
CON LA NOSTRA STORIA, INSIEME AI GIOVANI COSTRUIAMO IL FUTURO in cui cresce e si stabilizza l’apporto degli immigrati, il sindacato deve farsi interprete di nuove sintesi culturali e di specifiche domande di rappresentanza fondate sulla reciproca comprensione e sull’integrazione di intere comunità che sulla cittadinanza del lavoro fondano la premessa della cittadinanza politica. Nei primi anni Cinquanta la Cisl ha tratto forza e futuro dal dialogo associativo che ha subito instaurato con chi era lontano dal sindacato e cui proponeva i valori unitari in cui credeva. Tanto era allora difficile la situazione sul mercato del lavoro, tra i sindacati e nelle relazioni industriali, tanto era indispensabile contare sulla vitalità creativa della nuova organizzazione. Le poche risorse economiche disponibili dipendevano dalla spinta associativa nei territori, dalla tensione alla solidarietà tra le strutture in chiave confederale, dall’atteggiamento di quadri dirigenti non condizionati da atteggiamenti monopolistici e dalla rigidità degli apparati. Poche le risorse materiali ma una grande capacità di alimentare la vita organizzativa e i suoi processi con una tensione alla solidarietà che, trasparendo all’esterno, si è tradotta in un formidabile potenziale di sindacalizzazione. I diritti dell’associato Accanto agli spazi di rappresentanza da conquistare, diamo riconoscimento sostanziale al ruolo degli iscritti che non possono essere ricondotti a teste da contare nelle manifestazioni, a braccia per reggere i cartelli o a semplici utenti di tutele e di servizi. Il loro maggior coinvolgimento a partire dalla gestione quotidiana del contratto e a sostegno della promozione della rappresentanza costituisce il fondamento della partecipazione sociale che alimenta l’emancipazione dei singoli oltre che la nostra stessa forza contrattuale ed economica. Rilanciare e rafforzare il dialogo associativo, attraverso il quale è possibile rigenerare la nostra funzione sul territorio nel rapporto con l’iscritto e nella azione di proselitismo, significa anche proporre un nuovo patto con il Socio/Iscritto. Un patto non solo sostanziale, ma anche ideale tra organizzazione e socio, che rafforzi gli attuali e troppo deboli legami organizzativi. 158
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