Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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106 MARZIANO CIOTTI<br />
pel 16 ottobre; cosa che onora il nostro paese ove purtroppo c’è qualche<br />
spia, ma sono conosciute da tutti, e quin<strong>di</strong> evitabili. I preti sono per<br />
la maggior parte nemici, meno pochissime eccezioni, fra le quali va<br />
compreso il nostro curato <strong>di</strong> Navarons, Sabba<strong>di</strong>ni che era a giorno <strong>di</strong><br />
tutto. I due Garibal<strong>di</strong>ni Giacomo Giordani e <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>, quest’ultimo<br />
ritornato da poco dalla Lombar<strong>di</strong>a, furono invitati a prender parte<br />
al movimento ed accettarono con espansione d’animo, de<strong>di</strong>candosi<br />
al lavoro con noi, dando, l’ultimo, delle gran<strong>di</strong> utilità in quei pochi che<br />
precedettero la iniziativa.<br />
Il sole del 15 ottobre tramontava, e lasciava il villaggio <strong>di</strong> Navarons in<br />
una quasi <strong>di</strong>rei forsennata agitazione. In molte private famiglie erano<br />
ricoverati volontari accorsi coi loro parenti ed amici che ve li accompagnavano.<br />
Dopo la cena servita con capre in varie guise preparate, Tolazzi<br />
che assumeva il comando della banda con Silvio e <strong>Ciotti</strong>, armarono i<br />
63 volontari sfuggiti alle insinuazioni contrarie del partito lafariniano<br />
la cui maledetta influenza s’era fatta sentire anche nel mio Navarons.<br />
<strong>La</strong> notte dal 15 al 16 ottobre era convenuto cogli altri comitati <strong>di</strong> sorgere<br />
e <strong>di</strong> spandersi in bande dall’Isonzo al Tirolo, in modo da occupare<br />
tutta la catena delle Alpi onde offrire opportunità <strong>di</strong> intervento a Garibal<strong>di</strong><br />
prima coi volontari ed al Governo poi con l’esercito.<br />
I Navaronesi e i loro coalpigiani non mancarono alla data parola, capi<strong>tana</strong>ti<br />
dal prode Tolazzi, dagli Andreuzzi padre e figlio, vita e anima il<br />
primo della cospirazione e che per due anni avvisò ai mezzi <strong>di</strong> preparazione<br />
per la su in<strong>di</strong>cata iniziativa. Ma non la mantennero gli altri perché<br />
la perfida insinuazione dei moderati <strong>di</strong>ffuse la calunnia in quelle<br />
generose valli, ed immobilizzò quelle popolazioni nella solita malaugurata<br />
speranza del lasciar fare a chi tocca, e mettendo in gioco le solite<br />
arti lafariniane, mostrando lettere del Cavalletto e compagni, e compiangendo<br />
noi come gente pazza e riscaldata.<br />
<strong>La</strong> nostra banda <strong>di</strong>resse i primi colpi contro il <strong>di</strong>spotismo straniero a<br />
Spilimbergo e Maniago.<br />
Riunita nella casa nativa <strong>di</strong> mia moglie Caterina, alle due antimeri<strong>di</strong>ane<br />
partiva da Navarons, arrivava in Spilimbergo <strong>di</strong>sarmava la gendarmeria,<br />
s’impadroniva della cassa erariale quin<strong>di</strong> partiva per Maniago e<br />
faceva altrettanto. In Spilimbergo il capo del Comitato e quello che teneva<br />
l’arruolamento dei volontari, non comparvero, gli altri fuggirono,<br />
e nessuno ricevette la banda. A Maniago arrivavasi poche ore dopo.<br />
Simpatica accoglienza promesse <strong>di</strong> seguir la banda e raggiungerla la sera<br />
in Tramonti: promesse mancate.