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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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Con i Cacciatori delle Alpi<br />

Con i Cacciatori delle Alpi<br />

Garibal<strong>di</strong> * in febbraio viene chiamato a Torino da Cavour e invitato<br />

a prendere il comando <strong>di</strong> truppe volontarie, i Cacciatori<br />

delle Alpi, in vista <strong>di</strong> una imminente guerra contro l’Austria, resa<br />

possibile da una stretta alleanza del Piemonte con la Francia.<br />

È umiliante, ma occorre ammetterlo, con la Francia come alleata si<br />

poteva aprire le ostilità tranquillamente, ma senza <strong>di</strong> essa neanche<br />

per sogno! 5<br />

Il Generale funge da richiamo per i volontari che accorrono<br />

numerosi, ma che verranno trattenuti in maggior parte nei corpi<br />

regolari: Garibal<strong>di</strong> doveva fare capolino, apparire e non apparire;<br />

che i volontari sapessero che egli era a Torino, ma che non si mettesse<br />

troppo in luce per non danneggiare le manovre <strong>di</strong>plomatiche. Che<br />

situazione! Far accorrere i volontari, possibilmente tanti, ma comandarne<br />

il minor numero possibile, e magari quelli meno adatti alle ar-<br />

* Giuseppe Garibal<strong>di</strong> (Nizza 1807 – Caprera 1882). Si affiliò alla Giovine Italia<br />

nel 1833 incontrando Mazzini. L’anno successivo, dopo un tentativo insurrezionale<br />

a Genova per il quale venne condannato a morte, partì per l’America del<br />

Sud. Appoggiò i ribelli repubblicani del Rio Grande do Sul e successivamente<br />

combattè per l’Uruguay in lotta contro l’Argentina, coprendosi <strong>di</strong> gloria. In quel<br />

periodo conobbe e sposò Anita da cui ebbe tre figli. Allo scoppio dei Moti del<br />

1848 ritornò in Italia dove condusse alla vittoria alcuni battaglioni <strong>di</strong> volontari<br />

nel corso della prima guerra d’In<strong>di</strong>pendenza. Nel 1849 accorse in <strong>di</strong>fesa della Repubblica<br />

Romana <strong>di</strong> Mazzini. Dopo alcuni successi sulle truppe francesi e napoletane,<br />

incalzato da ben 4 eserciti, fu costretto ad una leggendaria ritirata nel tentativo<br />

<strong>di</strong> raggiungere Venezia che ancora resisteva. <strong>La</strong> moglie Anita, che lo aveva<br />

sempre seguito seppur incinta e gravemente ammalata, gli morì fra le braccia<br />

presso Ravenna il 4 agosto 1849. Dopo aver raggiunto la salvezza in modo rocambolesco<br />

fu costretto ad un nuovo esilio in America. Nel 1854 quando ritornò a<br />

Nizza, dove potè riabbracciare la famiglia, era già considerato dai patrioti l’“Eroe<br />

dei due mon<strong>di</strong>”. Nel 1857 si costruì una casa a Caprera, dove aveva acquistato alcuni<br />

terreni, e si de<strong>di</strong>cò all’agricoltura. Garibal<strong>di</strong>, comunque, continuò a mantenere<br />

rapporti epistolari con i patrioti italiani e, mentre politicamente si allon<strong>tana</strong>va<br />

sempre più da Mazzini, si avvicinò alla Monarchia sabauda convinto che<br />

quest’ultima potesse far propria la causa dell’Unità Italiana. Arriviamo così al<br />

1859 e troviamo Giuseppe Garibal<strong>di</strong> regolarmente inquadrato come generale<br />

dell’Armata Sarda al comando dei Cacciatori delle Alpi.<br />

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