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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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218 MARZIANO CIOTTI<br />

Castellini ricordando tutte le imprese <strong>di</strong> <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> con le<br />

relative decorazioni, conclude amaramente: ma il premio non vale a<br />

cancellare il peccato d’oblio <strong>di</strong> cui si sono resi colpevoli gli italiani. 90<br />

Le ultime lettere<br />

A lungo, probabilmente, me<strong>di</strong>ta anche una via <strong>di</strong> scampo, forse<br />

pensa <strong>di</strong> emigrare in Argentina come Silvio Andreuzzi * ma alla<br />

fine, presa l’estrema decisione, scrive la sua ultima lettera al figlio<br />

Rossel l’8 luglio 1887:<br />

Mio povero Rossel<br />

Al momento che tu speravi ch’io ti facessi venire a casa per condurti<br />

a U<strong>di</strong>ne a sostenere l’esame <strong>di</strong> ammissione all’Istituto tecnico,<br />

ricevi la fatale notizia della mia morte.<br />

Povero figlio mio, e poveri i tuoi fratelli. Sì miei cari vostro padre<br />

esausto, affranto, scoraggiato, ridotto al punto non solo <strong>di</strong> potervi<br />

educare, ma neppure <strong>di</strong> potervi sfamare, vostro padre lusingato che<br />

sperando il vostro avvenire sia meglio assicurato dalla carità della<br />

patria e dall’affetto degli amici, che certamente provvederanno alla<br />

vostra educazione, vostro padre muore, col vostro nome sulle labbra<br />

e colla vostra immagine sul cuore.<br />

Ad<strong>di</strong>o mia Anita, ad<strong>di</strong>o mio Rossel, ad<strong>di</strong>o mia Maria, ad<strong>di</strong>o mio<br />

Valentino, ad<strong>di</strong>o mio Nino, ricordatevi <strong>di</strong> vostro padre e sopratutto<br />

* Silvio Andreuzzi, in una lettera del 1° maggio 1902 spe<strong>di</strong>ta dall’Argentina, in<strong>di</strong>rizzata<br />

alla costituenda Società Operaia <strong>di</strong> Mutuo Soccorso e Istruzione <strong>di</strong><br />

Chievolis, nel ringraziare per la nomina a presidente onorario della stessa, riporta<br />

alcune importanti considerazioni: “(…) la società che avete iniziato vi<br />

porterà gran<strong>di</strong> beni! Tra voi altri la libertà e il socialismo esiste <strong>di</strong> fatto e ne<br />

siete orgogliosi e vi sentite felici. (…) dovete attendere all’educazione politica<br />

per non essere gente da numero ma persone <strong>di</strong> ragione. Comprate qualche libro<br />

(…) qualche giornale, non servo ai padroni e ai partiti, ma libero, moderato<br />

anche sia come (…) Non <strong>di</strong>mentico che oggi è il primo <strong>di</strong> maggio, giorno internazionale,<br />

de<strong>di</strong>cato ad intendersi e misurare le forze <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a, fra tutti i<br />

lavoratori oppressi del mondo. Ogni primo maggio fate festa, alla gloria del<br />

migliore avvenire!” Il testo è più compiutamente riportato da Giorgio Ma<strong>di</strong>nelli<br />

ne I sentieri dei garibal<strong>di</strong>ni, op. cit.

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