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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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In Friuli con Antonio Andreuzzi<br />

do la guerra contro l’Austria era ormai sicura, si mise a capo <strong>di</strong><br />

una banda armata che girò i monti tra Pulfero e Canebola dal 2<br />

al 19 luglio, inseguiti dalla polizia, con lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarre truppe<br />

dagli scontri campali. Se il suo contributo e quello <strong>di</strong> molti altri<br />

fosse arrivato nel 1864 si parlerebbe ora in modo <strong>di</strong>verso dei<br />

Moti friulani.<br />

I Moti <strong>di</strong> Navarons raccontati da Andreuzzi<br />

Nacqui in Navarons nel Friuli nel 1804 il 4 <strong>di</strong>cembre. Mio padre Giuseppe<br />

compiva i suoi stu<strong>di</strong> legali in Padova, quando la rivoluzione francese<br />

del 1796 ne lo <strong>di</strong>stolse; abbandonava in quell’anno l’Università <strong>di</strong><br />

Padova per farsi volontario soldato nella legione italiana in Lombar<strong>di</strong>a,<br />

per mettersi agli or<strong>di</strong>ni del Bonaparte. Dopo la pace <strong>di</strong> Campoformido,<br />

in<strong>di</strong>gnato, ritornava a casa presso il <strong>di</strong> Lui padre, vecchio notaio che<br />

aveva bisogno <strong>di</strong> aiuto per amministrazione domestica e della presenza<br />

del figlio.<br />

Pochi anni appresso prese in moglie Cattina Passudetti, ed io ne fui il<br />

primogenito.<br />

Educato com’era in tempi repubblicani, ma più ancora ispirato dalla storia<br />

romana, le mie aspirazioni erano per quelli anzi che per la servitù. *<br />

In quel paesello altri due <strong>di</strong>videvano i miei principi; e siccome per la loro<br />

posizione economica avevano tutta l’influenza sopra quei mon<strong>tana</strong>ri,<br />

il paese tutto s’imbeveva <strong>di</strong> queste massime: o<strong>di</strong>o allo straniero e ai<br />

regi italiani.<br />

E negli anni della mia fanciullezza che passai a Navarons, fino a che fui<br />

mandato alle scuole in Portogruaro, sempre mi faceva inspiratore <strong>di</strong><br />

quelle massime con racconti <strong>di</strong> storia romana, e col farmi leggere e nel<br />

tempo feriale trascrivere scelti pezzi <strong>di</strong> Cicerone e <strong>di</strong> altri classici latini;<br />

e mi ricordo che il docente ** mi domandava se avessi <strong>di</strong>menticato alcune<br />

sentenze che voleva nella mia mente ben riba<strong>di</strong>te. Mi faceva correr<br />

con lui scalzo e senza cappello, per abituarmi ad una vita forte ed atta a<br />

* Con questa frase enigmatica Andreuzzi intende <strong>di</strong>re che gli italiani hanno<br />

una storia e cultura antichissima e una propria identità <strong>di</strong> popolo che l’oppressione<br />

straniera non può <strong>di</strong>struggere o far <strong>di</strong>menticare.<br />

** Parla sempre del padre.<br />

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