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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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252 MARZIANO CIOTTI<br />

<strong>di</strong> gloria ai fori imperiali e ai templi <strong>di</strong> Roma, che trae dalle tenebre<br />

le nostre gran<strong>di</strong> figure del me<strong>di</strong>oevo, che fa ripalpitare <strong>di</strong> nuova<br />

vita i Martiri e gli Eroi del nostro Risorgimento, il Fascismo figlio<br />

dell’interventismo e della grande guerra <strong>di</strong> Redenzione non<br />

poteva non squarciare il velo che occultava alla memoria e al cuore<br />

degli italiani questo nostro Valoroso precursore dello spirito<br />

fascista: spirito ardente e generoso e schietto e battagliero: Camicia<br />

rossa gra<strong>di</strong>scano purosangue: <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> dei Mille!”.<br />

“Noi gra<strong>di</strong>scani l’abbiamo avuto sempre nel cuore il nostro<br />

<strong>Ciotti</strong> e nella nostra mente <strong>di</strong> giovanetti, allorquando il padre ci<br />

ricordava il “gar<strong>di</strong>scìan garibal<strong>di</strong>n”, noi lo vedemmo con la camicia<br />

<strong>di</strong> fiamma primo nel turbine delle cento battaglie e per esso<br />

ci sentivamo fieri e compresi da ineffabile commozione e orgoglio<br />

insieme. Gra<strong>di</strong>sca non poteva <strong>di</strong>menticare il figlio migliore,<br />

il cuore migliore, il braccio più forte, Colui che doveva ven<strong>di</strong>carla<br />

per l’onta subita pochi lustri innanzi allorquando l’Austria rinchiudeva<br />

fra le mura del suo veneto castello Federico Gonfalonieri,<br />

e Pallavicini e Maroncelli e molte altre nobilissime figure<br />

della lotta per l’in<strong>di</strong>pendenza d’Italia. Nel 1919 siamo stati noi<br />

gra<strong>di</strong>scani che appena redenti al sole della Patria abbiamo voluto<br />

compiere il nostro sacrosanto dovere <strong>di</strong> riconoscenza al valoroso<br />

intitolando la più bella delle nostre vie al Suo nome <strong>di</strong>vinando<br />

che proprio in quella via egli aveva avuto i natali. Il Fascismo in<br />

questo suo ra<strong>di</strong>oso inizio dell’anno XI, è orgoglioso <strong>di</strong> aver voluto<br />

sciogliere il voto per tanto tempo serrato nei cuori migliori dei<br />

gra<strong>di</strong>scani e se così degnamente l’ha saputo interpretare in questo<br />

momento mi è gra<strong>di</strong>tissimo il dovere <strong>di</strong> porgere a tutti i miei<br />

camerati collaboratori il ringraziamento più vivo”.<br />

Dopo aver ringraziato lo scultore Novelli, il Segretario Politico<br />

affida al Podestà il Monumento che ora, caduto il drappo che<br />

lo ricopriva, appare in tutta la sua fiera espressione artistica. Parla<br />

quin<strong>di</strong> il Podestà <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca: “Camerata Odorico – egli <strong>di</strong>ce<br />

– è con animo commosso che io a nome <strong>di</strong> questa nostra fedelissima<br />

popolazione prendo in consegna la pregevole opera <strong>di</strong> arte<br />

che tramanderà imperitura la bella memoria dell’eroico concitta<strong>di</strong>no<br />

<strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>, prode <strong>di</strong> Monterotondo. Per merito tuo,<br />

l’idea che da tempo gettasti, e per la collaborazione del tuo Di-

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