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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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<strong>La</strong> banda <strong>di</strong> Maiano<br />

preparati per l’imminente arrivo da Villaco della <strong>di</strong>ligenza erariale.<br />

Anche il cavallo e il carro <strong>di</strong> Luca Man<strong>di</strong>t del luogo furono<br />

requisiti e costretto questo e gli stallieri della posta a guidare i cavalli.<br />

Prima <strong>di</strong> partire gli insorti si rifocillarono nella caffetteria<br />

<strong>di</strong> Lucia Man<strong>di</strong>t pagando regolarmente le consumazioni. Su<br />

quattro carri partirono quin<strong>di</strong> in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Tolmezzo. Giunti<br />

al ponte sul Fella decisero <strong>di</strong> puntare su Moggio. Erano le 5 della<br />

mattina del 7 novembre. Per quella strada stava arrivando da<br />

Villaco la <strong>di</strong>ligenza erariale che incontrò i garibal<strong>di</strong>ni. Il conduttore,<br />

al lume del fanale, potè <strong>di</strong>stinguere circa 40 persone armate <strong>di</strong><br />

fucili e baionetta e vestiti con camicie rosse e bonetti bordati in rosso.<br />

Uno <strong>di</strong> quelli che accompagnava l’ultimo carro gli rivolse contro<br />

una pistola, gridando Eljen Garibal<strong>di</strong>.<br />

I garibal<strong>di</strong>ni alle 7 del mattino entrarono a Moggio a suon <strong>di</strong><br />

tromba e con la ban<strong>di</strong>era spiegata. Vennero licenziati e pagati i<br />

carrettieri. Si <strong>di</strong>ressero in due osterie del paese. In quella <strong>di</strong> Lucia<br />

Candussio-Franz vennero <strong>di</strong>stribuite scarpe, fiasche per la<br />

polvere e camicie rosse. In quella <strong>di</strong> Francesco Fuso mangiarono<br />

e Cella pagò con una Genova tratta da un rotolo, nel quale se ne<br />

trovavano almeno 50. Due garibal<strong>di</strong>ni spianarono i fucili verso la<br />

residenza dell’Imperial Regia Pretura, prendendo <strong>di</strong> mira lo<br />

stemma imperiale, ma desistettero <strong>di</strong>etro il richiamo <strong>di</strong> Valentino<br />

Asquini, che li esortò con le parole oe, oe giovinotti abbiate<br />

prudenza.<br />

Preoccupato, l’esattore comunale Giacomo Moro, e memore<br />

dei fatti <strong>di</strong> Spilimbergo e Maniago, interpellò quella gente sulla loro<br />

intenzione ed ebbe da uno l’assicurazione che non avevano bisogno<br />

<strong>di</strong> denaro, che se quin<strong>di</strong> ne avesse, se lo tenesse pure, e non avesse<br />

paura.<br />

Partirono da Moggio due ore dopo facendosi guidare da Pietro<br />

Foramiti che era capitato in osteria e prendendo con loro anche<br />

due portatrici, Lucia Borghi e Giovanna Tessitori. Furono seguiti<br />

soltanto da alcuni fanciulli sotto i 12 anni che furono dalla<br />

banda <strong>di</strong>spersi colla minaccia <strong>di</strong> loro fare fuoco addosso se non si<br />

fermassero.<br />

Giunti a Dordolla si fermarono a pranzare nell’osteria <strong>di</strong> Sabbata<br />

Tolazzi. Ebbero modo <strong>di</strong> parlare con il cappellano don Gia-<br />

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