Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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112 MARZIANO CIOTTI<br />
Le nostre fucilate vittoriose <strong>di</strong> Andreis inviperirono il quartiere generale<br />
Crimani residente nelle vicinanze <strong>di</strong> Maniago, che ci sguinzagliò<br />
<strong>di</strong>etro tutta la forza <strong>di</strong>sponibile.<br />
Il giorno 7 ci trovammo circondati da ogni parte nel canale Silisia. Parte<br />
della truppa austriaca era <strong>di</strong>scesa da Claut, parte ascesa da Chievolis,<br />
parte salita per Salinchieit <strong>di</strong> Poffabro. Appena ebbimo tempo <strong>di</strong><br />
far la polenta da Polaz nella Valina; * e preso un passo pericolosissimo e<br />
attorniati da vicino, potemmo ingannarli salendo il Gereach pel rugo<br />
Ruvolons e bivaccarsi in quelle nude gole. Il giorno 8, dopo una lunga<br />
marcia, ci trovammo sopra il monte Gereach alla forca Navadeit pronti<br />
a <strong>di</strong>scendere a Selis nel Canale Meduna. Speranza tra<strong>di</strong>ta.<br />
Da quella vetta si vedono girare a grosse pattuglie gli Austriaci. Il borgo<br />
Inglagna, che sta dall’altra parte ai pie<strong>di</strong> del Do<strong>di</strong>smala, è occupato;<br />
alle spalle siamo inseguiti da quelli della valle Silisia. Attorniati d’ogni<br />
parte, non c’è più speranza d’aprirsi il varco colle armi. **<br />
Nascosti in una folta macchia vicino alla gola Do<strong>di</strong>smala, risolvemmo<br />
il <strong>di</strong>sarmo. Si nascondono le armi in una caverna, e a due a due, levate<br />
le camice rosse, chi <strong>di</strong> qua, chi <strong>di</strong> là, tenta <strong>di</strong> cavarsi dalla formidabile<br />
cerchia. Io, stanco dalla marcia <strong>di</strong> due giorni e due notti, mi risolvo<br />
a cacciarmi in una caverna sotto un filone <strong>di</strong> roccia, condotto da un<br />
fido mon<strong>tana</strong>ro che fu mio cliente <strong>di</strong> Inglagna trovato li che faceva legna<br />
da fuoco. ***<br />
Fu dura la separazione, e rifiutai il mio Silvio ed altri che volevano farmi<br />
compagnia, per non perir tutti assieme.<br />
Sotto quella roccia stetti dal giorno 8 fino al 26 novembre, senza fuoco,<br />
senza paglia; tre giorni sotto la pioggia, sempre circondato e cercato da<br />
* Stessa casa dove sostarono qualche settimana prima e che ora è sommersa<br />
dalle acque del lago <strong>di</strong> Selva e riemerge solo in particolari perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> siccità.<br />
** <strong>La</strong> vetta <strong>di</strong> cui parla è sicuramente il monte Corda (1463 m) in quanto solo<br />
dalla sua cima si può vedere il panorama descritto. Lo scioglimento della banda<br />
avviene quin<strong>di</strong> in quella zona e non come in<strong>di</strong>cato da precedenti ricostruzioni<br />
in forca degli Agnelli.<br />
*** Il luogo ove si rifugiò Andreuzzi è ricordato dai locali come la Claupa <strong>di</strong><br />
Andreuzzi (Claupa = antro, grotta) e il sentiero che vi accede è stato restaurato<br />
e segnalato dagli “Amici della Montagna <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> Casarsa” su iniziativa<br />
del Comune <strong>di</strong> Tramonti <strong>di</strong> Sopra.