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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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256 MARZIANO CIOTTI<br />

ri dalle cerchia della Patria, ha ritrovato per merito del Fascismo<br />

e del suo Duce, le tra<strong>di</strong>zioni eroiche del suo risorgimento; all’appello<br />

son tutti risorti i suoi martiri, ed i suoi eroi. Quelli che usurparono<br />

non meritati onori, sono <strong>di</strong>menticati; ma per chi attese come<br />

<strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> il riconoscimento del suo merito, cinquant’anni<br />

dopo la morte, settanta dopo la sua gesta, il ritardo stesso, del<br />

tempo che ha spazzato tante false grandezze, è la prova del vigore<br />

del suo ideale, nella perenne verità della sua causa, che è la<br />

grandezza de l’Italia. Perciò egli è stato prescelto dalla sua città,<br />

che non manca <strong>di</strong> illustri uomini, per una solenne onoranza, e<br />

<strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> nel marmo fatto parlante dall’arte, afferma oggi<br />

a nome della sua Gra<strong>di</strong>sca la stessa fede che confessò col suo eroismo<br />

e col sangue: Italia, Italia, Italia. (Applausi vivissimi)<br />

Il saluto <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne<br />

Infine parla il Podestà <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne co. Gino <strong>di</strong> Caporiacco il quale<br />

afferma che alla inaugurazione del monumento a <strong>Marziano</strong><br />

<strong>Ciotti</strong> non poteva mancare la rappresentanza della Città <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne,<br />

<strong>di</strong> quella città che per lunghi anni ha dato asilo a <strong>Marziano</strong><br />

<strong>Ciotti</strong>, <strong>di</strong> quella città nella quale egli alimentò il suo sentimento<br />

patriottico, <strong>di</strong> quella città che raccolse e conserva le sue inanimate<br />

spoglie. Egli espresse il suo vivo elogio a Gra<strong>di</strong>sca, che ha voluto<br />

eternare nel marmo la memoria dell’eroico suo figlio e conclude<br />

<strong>di</strong>cendo: “Per grazia <strong>di</strong> Dio, per opera del Duce, oggi la Patria<br />

onora gli eroi vivi e morti”. Suona la marcia reale e un applauso<br />

scrosciante si leva dalla popolazione che è addensata sulla<br />

piazza; quin<strong>di</strong> le autorità si portano poco <strong>di</strong>scosto per assistere<br />

ad un altro rito: la bene<strong>di</strong>zione del pino piantato in memoria <strong>di</strong><br />

Arnaldo Mussolini e degli alberi della rimembranza de<strong>di</strong>cati agli<br />

eroi gra<strong>di</strong>scani Caduti nella grande guerra: Bergamas, Valent,<br />

Del Pin e Mion.

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