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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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In Friuli con Antonio Andreuzzi<br />

...e qui ripenso ai moderati che hanno trionfato pre<strong>di</strong>cando “il lasciar<br />

fare a chi tocca” “non andate <strong>di</strong>etro a imprese da pazzi” “non vi<br />

lasciate trascinare da slanci inconsiderati”. Si, hanno trionfato ed<br />

hanno benemeritato dell’Austria e <strong>di</strong> tutta la <strong>di</strong>plomazia dell’Or<strong>di</strong>ne!...<br />

della <strong>di</strong>plomazia che sulle rive del Mincio ha fatto una seconda<br />

e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Campoformido!... Si, consolatevi o vigliacchi, che anche<br />

questa volta avete salvato la pancia per i fichi, e presto verrà il<br />

magnanimo della Senna a liberarvi!!<br />

Questa <strong>di</strong>atriba, presente con forza anche nello scritto <strong>di</strong> <strong>Ciotti</strong>,<br />

<strong>di</strong>mostra la volontà dei moderati filo-governativi <strong>di</strong> emarginare<br />

i repubblicani del Partito d’Azione.<br />

In effetti nel 1866, grazie ad accorte alleanze, il regno d’Italia<br />

avrà in regalo le province venete, sancendo così la vittoria piena<br />

della Società Nazionale <strong>di</strong> <strong>La</strong> Farina. Dalle giunte provvisorie<br />

della Provincia <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, varate dal commissario regio Quintino<br />

Sella, subito vengono esclusi i repubblicani del Partito d’Azione<br />

invisi alla corona. L’affronto produce una riorganizzazione dei<br />

movimenti repubblicani liberal-progressisti e anticlericali che<br />

fondano il partito politico del Circolo Popolare ed un proprio<br />

giornale: “<strong>La</strong> voce del popolo”. Giovanni Battista Cella, altro<br />

partecipante ai fatti del ’64, fonda il 6 settembre del 1868 la “Società<br />

friulana dei veterani e reduci dalle patrie battaglie”. Ci sono<br />

evidentemente tutti i presupposti, persone, partiti, associazioni,<br />

giornali, perché il Moto del ’64 non venga <strong>di</strong>sperso e <strong>di</strong>menticato<br />

almeno in Friuli.<br />

<strong>La</strong> memoria però seguirà le decrescenti fortune dei repubblicani<br />

e progressisti che già nelle elezioni politiche del 1913 non<br />

erano più rappresentati in Parlamento. Ad abbattere la fiducia<br />

dei gran<strong>di</strong> idealisti del Risorgimento saranno i trasformismi <strong>di</strong><br />

Depretis, al governo con la sinistra storica, che lo porteranno a<br />

perseguire una politica <strong>di</strong> destra.<br />

<strong>La</strong> nascita poi <strong>di</strong> nuove forze sociali, cattoliche e socialiste, <strong>di</strong>stanti<br />

dai valori risorgimentali e tese ad affermazioni <strong>di</strong> tutt’altra<br />

natura, non potevano (e non volevano) certo ricordare quel piccolo<br />

fatto del Friuli. Basti, ad esempio, un articolo su un giornale<br />

cattolico del 1914 che criticava l’annuale cerimonia commemorativa<br />

dei fatti del ’64 a Navarons:<br />

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