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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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A Calatafimi<br />

Con i Mille<br />

<strong>La</strong> 7ª compagnia, nella quale è inquadrato al comando <strong>di</strong> Benedetto<br />

Cairoli, * subirà il maggior numero <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te a Calatafimi<br />

(8 morti ed una trentina <strong>di</strong> feriti tra cui lo stesso <strong>Marziano</strong>). Tra<br />

i caduti in quello scontro annoveriamo anche il sacilese Eugenio<br />

Sartori ** colpito in pieno petto dal piombo nemico. Così lo ricorda<br />

Cesare Abba che fu dei Mille e lo conobbe durante la sosta a<br />

Talamone:<br />

Il povero Sartori era seduto sul ciglio <strong>di</strong> quello scoglio, col mare<br />

là sotto a picco. Si querelava tra sé, ma udì il mio passo e si tacque.<br />

Gli chiesi che cosa avesse. Mi rispose che era stato lì lì per buttarsi<br />

da quell’altezza, offeso nel vivo da un capitano che gli impose <strong>di</strong> levarsi<br />

<strong>di</strong> capo il berretto da ufficiale, portato nell’esercito dell’Emilia.<br />

Deve essere stato un battibecco fiero. Sartori obbedì, ma ha giurato<br />

<strong>di</strong> far parlare <strong>di</strong> sé.<br />

Lo rivide nuovamente durante e dopo la battaglia <strong>di</strong> Calatafimi:<br />

Quasi sulla vetta, vicino alla casina, mentre io passava, riconobbi<br />

ai panni più che al viso il povero Sartori. Certo era morto fulminato,<br />

perché cinque minuti prima lo avevo visto salire, e mi aveva salutato<br />

a nome. Giaceva sul lato sinistro, tutto attrappito e coi pugni chiusi.<br />

Era stato ferito nel petto. Cad<strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> lui, lo baciai e gli <strong>di</strong>ssi ad<strong>di</strong>o.<br />

Povero morto! Negli occhi spalancati, nella fisonomia spenta, gli era<br />

rimasto come un desiderio <strong>di</strong> respirare una ultima fiatata <strong>di</strong> quell’aria<br />

<strong>di</strong> guerra. Mantenne da prode la sua parola <strong>di</strong> Talamone, e quanti conoscemmo<br />

Eugenio Sartori da Sacile, parleremo a lungo <strong>di</strong> lui.<br />

* Carlo Cairoli e Adelaide Bono ebbero cinque figli, tutti nati a Pavia, tutti protagonisti<br />

alle guerre risorgimentali. Ernesto (1832) morì combattendo con i<br />

Cacciatori delle Alpi nel 1859; Luigi (1838) morì <strong>di</strong> tifo a Napoli nel 1860 durante<br />

l’impresa dei Mille; Enrico (1840) morì a Villa Glori nel 1867; Giovannino<br />

(1842) morì due anni dopo per le ferite riportate a Villa Glori. Benedetto<br />

Cairoli (1825-1889) è l’unico della gloriosa famiglia che sopravvisse, si impegnò<br />

in politica nella sinistra, succedendo a Depretis in qualità <strong>di</strong> Presidente del<br />

Consiglio il 23 marzo 1878, senza tuttavia mutarne la politica. <strong>Ciotti</strong>, nel suo<br />

saggio “Alcuni cenni sui moti del Friuli del 1864”, ha per lui amare parole.<br />

** Eugenio Sartori, possidente, nato a Sacile il 15 giugno 1830 faceva parte della<br />

1ª compagnia comandata da Nino Bixio.<br />

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