Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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246 MARZIANO CIOTTI<br />
l’atmosfera in cui si svolse la febbrile attività del comitato “Onoranze<br />
a <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>”.<br />
Per raccogliere i fon<strong>di</strong> necessari alla realizzazione del monumento,<br />
il comitato organizzò la proiezione del film “Garibal<strong>di</strong> e<br />
Anita nella grande epopea – Storia del Risorgimento italiano<br />
(1830 –1870)”.<br />
“…<strong>La</strong>voro che ha entusiasmato le folle delle principali città<br />
d’Italia … Nell’intervallo il Maestro Alfonso Mosetti parlerà del<br />
nostro prode eroe garibal<strong>di</strong>no…”<br />
L’intervento <strong>di</strong> Mosetti fu particolarmente enfatico, l’obiettivo<br />
era certamente quello <strong>di</strong> coinvolgere la popolazione nel progetto<br />
(che doveva essere realizzato entro il 25 novembre 1932) oltre a<br />
quello <strong>di</strong> compiere un’ulteriore azione <strong>di</strong> propaganda e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione<br />
delle gesta del “nostro prode garibal<strong>di</strong>no”.<br />
Attraverso la minuziosa descrizione del monumento, opera<br />
dello scultore gra<strong>di</strong>scano Giambattista Novelli, costituito dal busto<br />
* e da tre bassorilievi, Mosetti ricostruisce le fasi salienti degli<br />
un<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> battaglie sostenute da <strong>Ciotti</strong>: dall’arruolamento<br />
nei Cacciatori delle Alpi (1859), all’impresa dei Mille, ai moti del<br />
Friuli del 1864 in cui ebbe un ruolo determinante, alla campagna<br />
del Trentino (1866), alla presa <strong>di</strong> Monterotondo (1867), a Digione<br />
(1871). ** Ma soprattutto attribuisce ai natali gra<strong>di</strong>scani <strong>di</strong> Ciot-<br />
* <strong>La</strong> copia in gesso del busto <strong>di</strong> <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>, opera del Novelli, si trova<br />
presso l’Associazione Mutilati e Invali<strong>di</strong> <strong>di</strong> Guerra <strong>di</strong> Monfalcone.<br />
** Nel primo bassorilievo <strong>Ciotti</strong> è rappresentato con il fucile in spalla, mentre<br />
parte da Gra<strong>di</strong>sca tra i simboli dell’Italia che lo chiamano a liberare le città ancora<br />
in mano allo straniero; si ricorda anche il battesimo del fuoco a Varese<br />
con la rappresentazione <strong>di</strong> un attacco alla baionetta. Nel secondo bassorilievo<br />
vi è rappresentata la spe<strong>di</strong>zione dei Mille con due navi, quin<strong>di</strong> Aspromonte<br />
con una donna che si copre il volto per il dolore, i moti del Friuli del 1864 con<br />
il Monte Castello, Bezzecca con una mano che si protende verso il castello del<br />
Buonconsiglio ed infine l’incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Porta San Rocco del 1867 da dove <strong>Ciotti</strong><br />
entra in Monterotondo attraverso le fiamme. Nel terzo ed ultimo bassorilievo<br />
<strong>Ciotti</strong> appare a cavallo, al comando del suo battaglione a Digione e infine<br />
travolto dalle onde delle avversità che lo hanno successivamente at<strong>tana</strong>gliato,<br />
sale nell’apoteosi e nella luce <strong>di</strong> Giuseppe Garibal<strong>di</strong>.