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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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In Friuli con Antonio Andreuzzi<br />

In Friuli con Antonio Andreuzzi<br />

Il Moto del 1864 viene generalmente identificato con l’impresa<br />

militare delle uniche due bande armate che si mossero in<br />

Friuli: quella <strong>di</strong> Andreuzzi e quella <strong>di</strong> Giovanbattista Cella, ma il<br />

progetto <strong>di</strong> quell’insurrezione, <strong>di</strong> cui Mazzini teneva le fila, era<br />

<strong>di</strong> respiro ad<strong>di</strong>rittura internazionale.<br />

Da recenti stu<strong>di</strong> del professor Stefan Delureanu 27 dell’università<br />

<strong>di</strong> Bucarest, emerge con chiarezza il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Mazzini: approfittare<br />

dei problemi dell’Austria con la Danimarca e con l’insurrezione<br />

polacca e costringerla ad impegnarsi in nuovi fronti in<br />

Italia, Ungheria e Romania. Sono più <strong>di</strong> 150 le bande armate che<br />

si preparano ad una sollevazione generale e alcune <strong>di</strong> queste vengono<br />

costituite in Serbia e Macedonia contro l’occupazione ottomana.<br />

L’intento mazziniano è quello “dell’ultima guerra dei popoli”<br />

per liberarsi dai dominatori stranieri, costituire Nazioni libere<br />

per poi consorziarsi in quell’Europa che il grande genovese<br />

preconizzava e che solo ai giorni nostri si sta lentamente compiendo.<br />

Il gran<strong>di</strong>oso <strong>di</strong>segno va incontro a <strong>di</strong>fficoltà insormontabili<br />

come le comunicazioni lente e rese <strong>di</strong>fficili dalla pressione<br />

costante delle polizie, dal reperimento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> e armi e dall’opposizione<br />

più o meno esplicita del governo italiano. Per forza <strong>di</strong><br />

cose molte responsabilità organizzative vengono lasciate ai Comitati<br />

d’Azione locali, spesso guidati da uomini indecisi e titubanti<br />

che al momento dell’azione abbandonano al loro destino i più coraggiosi.<br />

Gualtiero Castellini, 28 nipote del maggiore Nicostrato<br />

Castellini, * riporta una lettera <strong>di</strong> Mazzini del 16 maggio 1864 in<strong>di</strong>rizzata<br />

al nonno:<br />

* Nicostrato Castellini (Rezzato 1829 – Vezza d’Oglio 1866). Volontario nel<br />

1848, partecipò alla <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Venezia. Combattè con Garibal<strong>di</strong> fin dalla 1ª<br />

guerra d’In<strong>di</strong>pendenza nel 1849. Partì con la spe<strong>di</strong>zione Me<strong>di</strong>ci nel 1860. Fu<br />

superiore <strong>di</strong> Cella, Tolazzi e <strong>Ciotti</strong>. Si adoperò per l’istituzione dei “Tiri a segno”<br />

e nei comitati per i Moti del 1864 per la liberazione del Veneto. Fu membro<br />

dei Comitati pro Polonia e si occupò del moto ungherese del 1863-’64. Morì<br />

combattendo durante la campagna del 1866 in Trentino.<br />

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