Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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166 MARZIANO CIOTTI<br />
Porta S. Paolo e Villa Glori 41<br />
Per facilitare l’impresa garibal<strong>di</strong>na, il Comitato d’Azione <strong>di</strong> Roma<br />
decise <strong>di</strong> tentare l’introduzione in città delle armi occorrenti<br />
per l’insurrezione, attraverso il Tevere, e <strong>di</strong> forzare il passo a Porta<br />
S. Paolo. Le due operazioni furono fissate per la sera del 22 ottobre,<br />
stabilendo che, contemporaneamente, scoppiassero altre<br />
azioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo quali: l’attacco al Campidoglio (al quale partecipò<br />
Lorenzo Sabba<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Provesano <strong>di</strong> S. Giorgio della Richinvelda),<br />
l’attentato alla caserma Serristori e in altri punti della città.<br />
Al comando del gruppo che assaltò Porta S. Paolo era Gio. Batta<br />
Cella già da alcuni giorni nascosto in città. Con lui 15 uomini e, tra<br />
questi, 6 friulani (Andreuzzi Silvio <strong>di</strong> Navarons, Berghinz Augusto<br />
<strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, Bonini Pietro <strong>di</strong> Palmanova, Facci Carlo <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne,<br />
Marioni Gio. Batta <strong>di</strong> Tolmezzo, Marzuttini Carlo <strong>di</strong> Spilimbergo<br />
rimasto ferito nell’operazione), 3 lombar<strong>di</strong> e 6 romani. I friulani e<br />
i lombar<strong>di</strong> erano armati con revolver; dei romani 5 erano armati <strong>di</strong><br />
piccone e il sesto, uno storpio, reggeva un ru<strong>di</strong>mentale marchingegno,<br />
contenente materiale infiammabile per incen<strong>di</strong>are la porta.<br />
Tardando l’arrivo dei carri delle armi e delle munizioni, dopo<br />
ore <strong>di</strong> inutile attesa, Cella decise <strong>di</strong> passare ugualmente all’azione.<br />
Andreuzzi e Marioni piombarono sulla sentinella e la <strong>di</strong>sarmarono,<br />
subito seguiti dagli altri volontari che catturarono 6 papalini.<br />
Poco dopo, su in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un soldato pontificio preso prigioniero,<br />
attaccarono un altro posto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a e, nel breve scontro,<br />
due papalini e un volontario rimasero feriti. Il 25 ottobre, dopo<br />
una lunga e rischiosa marcia attraverso Frascati e Tivoli, riuscirono<br />
ad unirsi alle forze <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> nei pressi <strong>di</strong> Monterotondo.<br />
Il 20 ottobre Enrico Cairoli e il fratello Giovanni partirono da<br />
Terni con 78 uomini * ed un convoglio <strong>di</strong> armi per i patrioti romani.<br />
Attraverso Passo Corese raggiunsero il Tevere e con un barcone<br />
si <strong>di</strong>ressero a Roma sbarcando all’Acqua Cetosa. Non avendo<br />
notizia <strong>di</strong> insurrezioni locali si attestarono a Villa Glori ma furo-<br />
* Tra i quali Giovanni Michielini <strong>di</strong> Navarons, Chiap da Forni <strong>di</strong> Sopra, Pio<br />
Ferrari e Giovanni Colloredo <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne (questi ultimi due feriti e fatti prigionieri),<br />
Rosa <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, Giusto Muratti e altri tre triestini.