Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Ad Aspromonte, con Garibal<strong>di</strong><br />
Ad Aspromonte, con Garibal<strong>di</strong><br />
Con un’abile mossa, per sfuggire ai suoi “controllori”, Garibal<strong>di</strong><br />
si imbarcò segretamente coi suoi fedeli ufficiali <strong>di</strong>retto in Sicilia<br />
ma con tutta l’intenzione <strong>di</strong> voler partire dalla Sicilia, recarsi a<br />
Napoli per organizzare la rivoluzione, abbattere il governo Rattazzi,<br />
stabilire a Napoli un nuovo governo e <strong>di</strong> lì marciare su Roma. 24<br />
Si de<strong>di</strong>cò alacremente ai preparativi dell’impresa. Il silenzio<br />
del Governo, facendo supporre che questo fosse d’accordo con il<br />
Generale, agevolava la preparazione. Il Palazzo Reale a Palermo<br />
era <strong>di</strong>ventato il quartiere generale, da ogni parte dell’isola e anche<br />
dal continente affluivano volontari, armi e munizioni. Alla fine<br />
<strong>di</strong> luglio 3 mila volontari armati si riunirono alla Ficuzza, dove<br />
Garibal<strong>di</strong> annunciò loro la spe<strong>di</strong>zione su Roma con il motto<br />
“Roma o morte”.<br />
Solo allora il Governo fece sapere <strong>di</strong> non avere permesso, o comunque<br />
favorito, l’iniziativa <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>. Quanto al Re, Vittorio<br />
Emanuele inviò una lettera a Garibal<strong>di</strong> scongiurandolo a desistere<br />
dall’impresa condannata all’insuccesso, ad evitare una guerra<br />
civile, perché il governo lo avrebbe fermato con tutti i mezzi ed<br />
anche con la forza.<br />
Garibal<strong>di</strong> rispose che gli or<strong>di</strong>ne del Re lui li avrebbe presi solo<br />
a Roma, la nuova capitale d’Italia verso la quale stava ormai<br />
marciando.<br />
Il Generale mosse con i suoi uomini la mattina del 6 agosto<br />
sempre acclamato come un sovrano per ogni dove. Il giorno 18<br />
entrò trionfalmente a Catania. Nella città etnea Garibal<strong>di</strong> ingrossò<br />
il suo contingente, che raggiunse il numero <strong>di</strong> 5 mila uomini,<br />
e ricevette dalle casse pubbliche trecentomila franchi. Il 22 si<br />
sparse la notizia che i generali Mella e Ricotti si preparavano ad<br />
assalire con le truppe regolari i volontari: allora la città si levò a<br />
tumulto, la Guar<strong>di</strong>a Nazionale corse alle armi e si cominciarono<br />
ad erigere barricate per respingere l’assalto dei regi. Il 24, impadronitosi<br />
<strong>di</strong> due piroscafi e imbarcati i circa 3 mila volontari, Garibal<strong>di</strong><br />
lasciò le acque <strong>di</strong> Catania e il mattino dopo prese terra a<br />
Melito, in Calabria. A nulla valsero le suppliche <strong>di</strong> Giacomo Me<strong>di</strong>ci<br />
e <strong>di</strong> altri fedelissimi per evitare una guerra civile.<br />
79