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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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A Montereale nella casa paterna<br />

Numerose saranno le manifestazioni contro l’imposizione della<br />

tassa sul macinato e verranno soppresse con arresti e azioni <strong>di</strong><br />

polizia. Non è qui il caso <strong>di</strong> esaminare la portata storica <strong>di</strong> quegli<br />

assembramenti <strong>di</strong> popolo ma possiamo senz’altro <strong>di</strong>re che essi<br />

furono la prima vera manifestazione dell’autorità che andava scoprendo<br />

in se stessa la massa del popolo. 76<br />

Fu colpita anche l’attività della <strong>di</strong>stillazione con formalità <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose<br />

per ottenere le licenze e tasse tanto pesanti che scoraggiarono<br />

i <strong>di</strong>stillatori. Questo aprì le porte al contrabbando <strong>di</strong> <strong>di</strong>stillati<br />

<strong>di</strong> ogni tipo che, causa anche la mancanza del vino, <strong>di</strong>ffusero<br />

in modo grave l’alcolismo nelle campagne. Anche la tassa sul<br />

sale, che lo rendeva più caro che in Austria, istigò il contrabbando,<br />

con annessa repressione e danno alla salute. Così si esprimeva l’avvocato<br />

Moretti ad una seduta del Consiglio Provinciale del 1867:<br />

È inutile che io rammenti il gridìo elevatosi all’annuncio dell’aumento<br />

del prezzo del sale. È inutile che io ricor<strong>di</strong> come esso sia il<br />

principale con<strong>di</strong>mento ai cibi del povero agricoltore; quanto danno<br />

da un uso troppo limitato possa derivare alla salute pubblica particolarmente<br />

nel Friuli, ove la pellagra miete un numero sempre più<br />

crescente <strong>di</strong> vittime; quanto pregiu<strong>di</strong>zio dalla deficenza del sale derivi<br />

all’agricoltura e alla pastorizia; quanto siano ristrette le con<strong>di</strong>zioni<br />

economiche e manchi sovente all’agricoltore il denaro necessario<br />

a provvedersi del sale. 77<br />

Da quanto tratteggiato si può capire che le popolazioni friulane,<br />

de<strong>di</strong>te all’agricoltura, vivevano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> povertà estrema<br />

e fu proprio questa con<strong>di</strong>zione ad ingigantire il fenomeno migratorio,<br />

che era stato sempre presente ma che negli anni successivi<br />

alla liberazione <strong>di</strong>viene <strong>di</strong> massa. In particolare si avrà un<br />

flusso migratorio verso l’Argentina tra il 1876 e il 1880 <strong>di</strong> ben 80<br />

mila friulani pari al 13% della popolazione <strong>di</strong> allora. Il 26 aprile<br />

del 1869 il Giornale <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne scriveva:<br />

L’emigrazione ha preso in quest’anno proporzioni a <strong>di</strong>r vero allarmanti;<br />

tutti i nostri più vali<strong>di</strong> e robusti lavoratori sono partiti a frotte<br />

in cerca <strong>di</strong> lavoro (...) L’enorme migrazione, che noi veggiamo<br />

ognor andar più crescendo, è il vero termometro, il vero sintomo delle<br />

miserrime con<strong>di</strong>zioni in cui versano le arti, le industrie, le intraprese<br />

e il capitale nella nostra provincia, e costituiscono un problema<br />

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