Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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Nella campagna dell’Agro romano<br />
frequenti risate. Ricciotti ardeva <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguersi sotto gli occhi del<br />
padre, il principe <strong>di</strong> Piombino voleva far gli onori del suo castello.<br />
Bezzi * e Cella ** , sempre presenti e sempre feriti in ogni scontro, non<br />
pativano indugi.<br />
<strong>La</strong> Mario non cita <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> in questa occasione e prosegue<br />
il racconto dell’entrata in città dei garibal<strong>di</strong>ni:<br />
Mayer, zoppicava ancora per la ferita del 1866, il professore Ceneri<br />
e molti altri reduci facevano corona intorno al Generale [noi<br />
possiamo ritenere con una certa sicurezza che <strong>Ciotti</strong> fosse tra loro],<br />
e tutte quelle faccie animose, quelle persone che vestivano panni<br />
<strong>di</strong>versi, dal taglio elegante del damerino alla veste sdrucita del<br />
pezzente e alla <strong>di</strong>visa rossa, illuminati dalle fiamme componevano<br />
un quadro degno <strong>di</strong> Gherardo delle Notti. ***<br />
I feriti dormivano quel primo sonno che prende nome <strong>di</strong> sonno<br />
del dolore, e noi contavamo gli istanti per portar via i rimasti dalle<br />
case vicine alla porta, posto in quel momento, troppo pericoloso….<br />
Chi in quella notte dubitava che fra brevi giorni noi saremmo entrati<br />
a Roma? Infatti, caduta a mezzanotte la porta, vi entrò precipitosa<br />
un’ondata <strong>di</strong> garibal<strong>di</strong>ni con Garibal<strong>di</strong>, calpestando i pezzi <strong>di</strong> legno<br />
ardente, prendendo subito posizione sulle strade ed occupando<br />
le case. All’alba l’attacco è ripreso, si circonda il palazzo Piombino,<br />
si prepara ogni cosa per incen<strong>di</strong>arlo; quando alle 8 il comandante<br />
De Cortes fa sventolare la ban<strong>di</strong>era bianca e Garibal<strong>di</strong> manda a lui<br />
Canzio colle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> capitolazione già pronte.<br />
Frattanto i garibal<strong>di</strong>ni, inferociti dal fuoco che i papalini all’alba<br />
avevano aperto dal palazzo, assalirono un gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersi in Via<br />
Grande; e ne ammazzarono uno a colpi <strong>di</strong> revolver. Garibal<strong>di</strong> balza<br />
in mezzo ad essi, protegge gli altri e accompagnato dal suo stato<br />
maggiore, essendosi arresa tutta la guarnigione <strong>di</strong> 500 uomini, con<br />
* Ergisto Bezzi (Trento 1835 – Torino 1920). Prese parte alla campagna del<br />
1859 e alla spe<strong>di</strong>zione dei Mille. Con Mazzini organizzò un Moto nel Trentino<br />
che fallì e che gli valse l’arresto da parte del governo italiano. Prese parte alle<br />
campagne garibal<strong>di</strong>ne del 1866 e 1867; eletto deputato <strong>di</strong> Ravenna nel 1890 si<br />
<strong>di</strong>mise per non giurare fedeltà al re.<br />
** Come nel ’66 Giovanni Battista Cella è al comando <strong>di</strong> un battaglione.<br />
*** Nome con cui è anche noto il pittore olandese Gerrit van Honthorst.<br />
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