Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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70 MARZIANO CIOTTI<br />
ventare matti se volessimo specularvi sopra. Dunque pazienza, rassegnazione<br />
e coraggio caro compare, e se è vero che i proverbi sono<br />
la verità e la sapienza dei popoli, noi poveri gra<strong>di</strong>scani (fin dal 1476<br />
in cui fu fondata Gra<strong>di</strong>sca dalla Repubblica <strong>di</strong> Venezia) siamo proverbialmente<br />
condannati a “rosegar i ossi”.<br />
Ti mando la procura, e non è vero che io fossi malcontento della<br />
ven<strong>di</strong>ta bensì son malcontento <strong>di</strong> non poter comperare io tutto onde<br />
conservare almeno fin che vivo quelle misere antiche memorie<br />
dei miei buoni vecchi. <strong>La</strong> malcontenta pare sia Luigia e per far buona<br />
figura mi mette in sua compagnia, furba come al solito.<br />
<strong>La</strong> spina più rabbiosa che ho in corpo è quella dei miei figli. Toni<br />
arruolato volontario già da 4 anni, è un bravo soldato, fiero, precipitoso,<br />
in<strong>di</strong>sciplinato avanza come i gamberi, ed anche recentemente<br />
fu degradato da basso ufficiale a soldato comune per 3 mesi. È in<br />
un battaglione <strong>di</strong> Cacciatori a Schonbrunn.<br />
Tuo figlioccio [<strong>Marziano</strong>] è un originale d’un altro genere. Emigrato<br />
nel giugno 1859 andò a Firenze in uno <strong>di</strong> quei reggimenti che<br />
a quell’epoca si organizzavano dal Generale Mezzacapo, e avendo<br />
capacità fu nominato furiere <strong>di</strong> cavalleria. Dopo l’armistizio <strong>di</strong> Villafranca<br />
passò in Romagna e datosi corpo ed anima al partito <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong><br />
andò con lui in Sicilia nella prima spe<strong>di</strong>zione il 4 maggio<br />
1860 come sergente maggiore. Ferito nella battaglia <strong>di</strong> Calatafimi,<br />
<strong>di</strong>stintosi nei fatti successivi e soprattutto nella presa <strong>di</strong> Palermo, fu<br />
nominato Sotto Tenente, e Primo Tenente nella battaglia <strong>di</strong> Milazzo.<br />
Passato in Calabria nell’agosto, prese parte a tutti quei fatti fino<br />
alla grande battaglia <strong>di</strong> Capua. Ritornato nell’alta Italia ai primi del<br />
1961 e sempre caldo garibal<strong>di</strong>no si iscrisse alla Società <strong>di</strong> Emancipazione,<br />
infuriò freneticamente nella rumorosa assemblea <strong>di</strong> Genova,<br />
scrisse degli articoli nei rispettivi giornali e quando vennero istituiti<br />
i Tiri al bersaglio (uno dei più potenti elementi rivoluzionari) fu<br />
nominato Capitano e mandato Ispettore lungo la linea del Mincio al<br />
lago <strong>di</strong> Garda. Compromesso nei recenti affari <strong>di</strong> Bergamo e Brescia<br />
fu arrestato a Desenzano e messo in libertà dopo alcuni giorni, ma<br />
sotto sorveglianza. Ora scrive che probabilmente dovrà coi suoi<br />
compagni abbandonare l’Italia, se Dio non provvede qualche nuovo<br />
fracasso. Ve<strong>di</strong> dunque che ha fatto il suo dovere più da valoroso che<br />
da prudente. Garibal<strong>di</strong> ha per lui una stima ed un affetto specialis-