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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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82 MARZIANO CIOTTI<br />

Maggiore. All’alba del 30 agosto si riprese la <strong>di</strong>scesa verso Scilla.<br />

Nonostante la richiesta <strong>di</strong> essere imbarcato su una nave inglese,<br />

Garibal<strong>di</strong> fu traghettato a bordo del “Duca <strong>di</strong> Genova”, sotto lo<br />

sguardo sod<strong>di</strong>sfatto del Generale Cial<strong>di</strong>ni che nemmeno salutò il<br />

suo nemico ferito e vinto.<br />

Dopo lo sbarco a <strong>La</strong> Spezia, Garibal<strong>di</strong> fu rinchiuso nel forte<br />

del Varignano. Stessa sorte per 1909 garibal<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>chiarati prigionieri<br />

<strong>di</strong> guerra, che furono mandati alle prigioni <strong>di</strong> Ischia, Monteralli<br />

e Vina<strong>di</strong>o; 232 minorenni furono rinviati alle loro case.<br />

Subito dopo Aspromonte<br />

Il tragico epilogo della spe<strong>di</strong>zione del ’62, con il deprecabile<br />

episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Aspromonte, evidenziò, ancora una volta, in modo<br />

inequivocabile i motivi <strong>di</strong> contrasto che in tutte le campagne del<br />

Risorgimento sorsero tra le truppe regolari ed i volontari. L’incompatibilità<br />

esistente tra <strong>La</strong> Marmora, Cial<strong>di</strong>ni e Garibal<strong>di</strong> si era<br />

<strong>di</strong>ffusa inevitabilmente tra i gra<strong>di</strong> del nascente esercito italiano.<br />

Molti ufficiali garibal<strong>di</strong>ni, integrati nell’esercito regolare, dopo<br />

qualche anno furono costretti a <strong>di</strong>mettersi per la <strong>di</strong>fficile convivenza<br />

con gli ufficiali provenienti dall’Accademia, mentre furono<br />

ben accetti gli ex ufficiali borbonici, perché provenienti dalla<br />

Scuola militare della Nunziatella. L’insofferenza, in alcuni casi, si<br />

trasformò in o<strong>di</strong>o. Nei giorni che seguirono i fatti d’Aspromonte si<br />

aprì, da parte delle truppe regolari, un’autentica caccia ai garibal<strong>di</strong>ni.<br />

Tra i regolari vi erano moltissimi ex ufficiali e soldati borbonici<br />

che trattarono i garibal<strong>di</strong>ni come nemici, ai quali, con tutto il<br />

rancore per le sconfitte subite, urlavano: Al ’60 tu ed al ’62 noi!,<br />

prendendosi la rivincita sull’umiliazione <strong>di</strong> due anni prima. Vi furono<br />

numerosi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza, durante i quali alcuni garibal<strong>di</strong>ni<br />

rimasero vittime della barbarie degli stessi soldati italiani.<br />

<strong>Ciotti</strong> medesimo dovette cimentarsi in innumerevoli duelli<br />

con ufficiali del regio esercito.<br />

Il prof. Carlo <strong>La</strong>gomaggiore, preside del Liceo Berchet <strong>di</strong> Milano,<br />

così scrive nella biografia de<strong>di</strong>cata a <strong>Ciotti</strong>: Spirito franco e<br />

battagliero, ebbe in più occasioni contrasti e noie. Sostenne ben 14<br />

duelli, la massima parte dei quali con ufficiali del regio esercito. 26

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