Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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In Friuli con Antonio Andreuzzi<br />
pattuglie, le quali non avrebbero mai sospettato che in quel sito precipitoso<br />
avesse potuto trovarvi asilo anima viva. Ogni cinque e talvolta<br />
ogni quattro giorni, veniva a trovarmi tutto spaventato il Can<strong>di</strong>do Cassan<br />
detto Driulin, che si era <strong>di</strong> me incaricato. Mi portava pane o polenta<br />
e una borraccia d’acqua. <strong>La</strong> neve e l’abbandono mi obbligarono a<br />
fuggire dalla mia spelonca il giorno 26, col favore della nebbia, resa più<br />
densa dal nevicare, sfinito da <strong>di</strong>ciotto notti <strong>di</strong> patimenti crudeli.<br />
<strong>La</strong> notte dal 24 al 25 poco mancò non fossi svelto dal mio giaciglio dal<br />
turbine che spaventevolmente durò sino al giorno successivo. Ero tutto<br />
bagnato, e per unica provvista avevo un tozzo <strong>di</strong> polenta fredda e un<br />
po’ <strong>di</strong> cacio.<br />
<strong>La</strong> notte del 26 comincia a nevicare. Non vedevo anima viva da tre giorni.<br />
Parto da <strong>di</strong>sperato all’alba, e dopo corso sotto continua neve tutto il<br />
giorno, sempre attraversando monti e burroni pericolosi, arrivo sfinito<br />
ad un amico casolare, e finalmente dopo <strong>di</strong>ciotto giorni posso assiedermi<br />
al fuoco e parlare con qualche persona! *<br />
Asciugato e rifocillato dormo tutta la notte sopra soffice fieno. Quando<br />
mi alzo, nevica ancora. Mi fermo sino a domani nella speranza <strong>di</strong> notizie,<br />
il tormento maggiore è l’essere da tanto tempo all’oscuro <strong>di</strong> tutto.<br />
Non so se il nostro moto sia stato secondato nelle altre province, come<br />
dal patto giurato; nulla so d’oltre Mincio; insomma non so niente.<br />
<strong>La</strong> notte dal 27 al 28, ho riposato come ieri sera, nell’ansia <strong>di</strong> notizie. Intanto<br />
oggi, 28, per non compromettere l’ospite capraio, mi sono ricoverato<br />
in una vicina spelonca conosciuta in questo <strong>di</strong>aletto col nome <strong>di</strong> Claupa,<br />
e qui ripenso ai moderati che hanno trionfato pre<strong>di</strong>cando “il lasciar<br />
fare a chi tocca” “non andate <strong>di</strong>etro imprese da pazzi” “non vi lasciate<br />
* I patimenti e le emozioni vissute nei 18 giorni trascorsi in quella spelonca sono<br />
ben ricordati in una poesia <strong>di</strong> Luigi Mercantini, cantore del Risorgimento, già<br />
autore della <strong>La</strong> spigolatrice <strong>di</strong> Sapri e dell’Inno <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>. <strong>La</strong> composizione, dal<br />
titolo Le rupi del Do<strong>di</strong>smala, racconta in modo esauriente e con spirito patriottico<br />
l’avventura <strong>di</strong> Andreuzzi. Il poeta incontra il patriota friulano a Bologna poco<br />
dopo i fatti del Friuli e ne rimane affascinato. <strong>La</strong> sua ammirazione percorre<br />
tutti i versi della poesia creando un ritratto <strong>di</strong> Antonio Andreuzzi così intenso e<br />
partecipe che riesce a commuovere il lettore. Il testo della composizione poetica<br />
Le rupi del Do<strong>di</strong>smala <strong>di</strong> Luigi Mercantini è stato ripubblicato in occasione del<br />
bicentenario della nascita <strong>di</strong> Antonio Andreuzzi a cura <strong>di</strong> Mauro Ragogna e<br />
Giorgio Ma<strong>di</strong>nelli per iniziativa del Comune <strong>di</strong> Tramonti <strong>di</strong> Sopra e della Società<br />
Operaia <strong>di</strong> Mutuo Soccorso ed Istruzione “Do<strong>di</strong>smala” <strong>di</strong> Chievolis.<br />
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