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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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146 MARZIANO CIOTTI<br />

<strong>La</strong> banda <strong>di</strong> Maiano<br />

Oltre alla banda <strong>di</strong> Navarons nell’autunno del 1864 si mosse<br />

anche un altro gruppo <strong>di</strong> patrioti partiti da Maiano e guidati da<br />

Giovanni Battista Cella, che in tal modo si fa perdonare le incertezze<br />

avute durante la preparazione del Moto. Seguiamo l’avventura<br />

<strong>di</strong> questo gruppo attraverso l’Atto <strong>di</strong> accusa austriaco. 32<br />

Nella sera del 6 novembre 1864 alle ore 7 all’incirca furono<br />

notati da testimoni alcuni in<strong>di</strong>vidui che entravano e uscivano con<br />

fare sospetto nell’osteria <strong>di</strong> Valentino Schiratti <strong>di</strong> Maiano. Tra<br />

questi vi erano Valentino ed Antonio De Mezzo, Anselma Catterin,<br />

i fratelli Carnielutti <strong>di</strong> Pers.<br />

Questi giovani erano arrivati dai paesi vicini e in particolare<br />

una decina <strong>di</strong> loro montarono a forza sul carro <strong>di</strong> Valentino Zucchiatti,<br />

che da S. Tommaso si <strong>di</strong>rigeva a Maiano, cantando una<br />

canzone in onore <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>. Giunti all’osteria Schiratti <strong>di</strong><br />

Maiano si <strong>di</strong>ressero insieme agli altri verso il roccolo <strong>di</strong> don Francesco<br />

Bortolotti e ritornarono vestiti con camicie rosse e armati<br />

<strong>di</strong> fucili con baionetta e pistole. Tra <strong>di</strong> loro anche Valentino<br />

Asquini che indossava sotto il gilet una camicia rossa. Le armi<br />

erano state nascoste nel roccolo dall’oste Schiratti e dai Carnielutti<br />

da Pers il giorno precedente. Gli armati, a gruppetti, si recarono<br />

dai carradori del paese costringendoli a partire con loro per<br />

amore o per forza. Furono requisiti carri e animali <strong>di</strong> Valentino<br />

Zucchiatti, Valentino Civi<strong>di</strong>n, tirato giù dal letto, Giovanni Bortolotti,<br />

Sante Dalmessier, Giacomo Contardo; caricate armi cassette<br />

e sacchi, verso mezzanotte fu or<strong>di</strong>nata la partenza per Ospedaletto<br />

non prima che il capo, certo Gio. Batta Cella <strong>di</strong> Cervignano<br />

nell’Illirico, pagato con moneta d’oro il conto <strong>di</strong> fiorini 13 per vino,<br />

carne, pane e zigari.<br />

Giunti a Ospedaletto due carradori, Dalmissier e Contardo,<br />

riuscirono a scappare. Gli insorti con gli altri tre carri proseguirono<br />

per Venzone dove arrivarono un’ora prima dell’alba. Pagati<br />

e licenziati i carradori, trattenendo però i loro carri, gli uomini<br />

della banda Asquini-Cella entrarono ad armi spianate nella stazione<br />

<strong>di</strong> posta <strong>di</strong> Venzone requisendo i cavalli che erano stati

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