Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso
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244 MARZIANO CIOTTI<br />
Lettera <strong>di</strong> Rossel <strong>Ciotti</strong> del 19.08.1938 a Patuna in cui descrivendo la propria situazione<br />
economica precaria, si appresta a spe<strong>di</strong>re i resti della “straziata” biblioteca del nonno.<br />
Annuncia <strong>di</strong> non possedere i cimeli del padre che sono in possesso della sorella Maria che<br />
non intende restituirli. Fa infine riferimento alla lapide che aveva fatto avere al dottore dal<br />
cimitero <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne.<br />
Biblioteca comunale <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca d’Isonzo<br />
Montereale-Cellina 19 agosto 1938<br />
Caro ed Egregio amico, proprio non ha capito bene, ma le posso assicurare che le mie tasche<br />
non sono piene d’oro: sono piene <strong>di</strong> silenzio, non si sente, stia pure tranquillo, il tintinnio dell’oro<br />
nelle mie tasche. Non appena ricevuta la sua e.p., tanto gra<strong>di</strong>ta ho subito <strong>di</strong>sposto per la<br />
spe<strong>di</strong>zione dei libri in due casse, una piccola, una grande. Totale kg. 149. Vengono appoggiate<br />
alla stazione <strong>di</strong> Sagrado, porto franco naturalmente. Come però le ho detto nella ultima mia<br />
lettera, troverà nelle casse della gran zavorra, ma quello che più m’addolora, è che molte opere<br />
anche importanti, dei libri del nonno, mancano <strong>di</strong> alcuni volumi. Lei non potrà mai imaginarsi [sic]<br />
lo strazio che venne fatto <strong>di</strong> questa biblioteca. Tutti ne hanno approfittato, con uno o due libri,<br />
tutti hanno preso qualche cosa, rovinando tutta la raccolta. Lei con calma e con grande pazienza,<br />
vedrà <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare in quel caos, ogni cosa, e vedrà che ho ragione io, non ci sarà nulla, proprio<br />
nulla <strong>di</strong> buono, essendo stata la maggior parte rapinata, e la parte migliore, come ad esempio le<br />
opere <strong>di</strong> Cavallotti con de<strong>di</strong>ca autentica al povero papà tutte scomparse. Io verrò, io spero,<br />
presto a Gra<strong>di</strong>sca a trovarlo e salutarlo e ringraziarlo; ed ho preso con tanto piacere buona nota<br />
<strong>di</strong> tutto quanto mi ha scritto nei riguar<strong>di</strong> del nuovo museo storico, <strong>di</strong> nuovo impianto; e per tutto<br />
ciò che mi sarà possibile risponderò con slancio al suo appello, ma come già le <strong>di</strong>ssi, <strong>di</strong> cimeli<br />
non ho nulla, tutto è nelle mani <strong>di</strong> quella mia sorella Maria, ed io anche in questi ultimi tempi ho<br />
fatto pratiche presso mio fratello Nino e mia sorella Anita perché vedano <strong>di</strong> indurre la Maria alla<br />
restituzione ma tutto è stato inutile. Ne riparleremo.<br />
Disponga pure come crede meglio della pietra con l’epitaffio in sua custo<strong>di</strong>a. Prenda buona nota<br />
che io domani parto per Treviso ed il mio in<strong>di</strong>rizzo colà è “Albergo del Bersagliere”<br />
A lei ed alla sua Gentile Signora il mio saluto caro cor<strong>di</strong>ale Affmo. Rossel <strong>Ciotti</strong>