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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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170 MARZIANO CIOTTI<br />

due pezzi d’artiglieria, cinquanta cavalli, armi e munizioni, li conduce<br />

in salvo sin oltre Monte Rotondo, e non potendo provvederli<br />

<strong>di</strong> pane perché la città ne era vuota, regala loro denaro e ritorna a<br />

Monte Rotondo. Non si potè mai comprendere perché da Roma il<br />

nemico non ricevesse più presto soccorsi; solamente nel pomeriggio<br />

si fece innanzi una compagnia <strong>di</strong> papalini e più tar<strong>di</strong> una colonna <strong>di</strong><br />

zuavi con due pezzi <strong>di</strong> artiglieria. Furono questi vigliacchi che alla<br />

stazione <strong>di</strong> Monte Rotondo, ove erano stati portati i primi feriti della<br />

colonna Valzania, li ammazzarono tutti o credettero <strong>di</strong> averli ammazzati<br />

perché li lasciarono sul suolo boccheggianti, chi con 17, chi<br />

con 22 colpi <strong>di</strong> baionetta. 45<br />

Garibal<strong>di</strong> annunciò la vittoria con le seguenti parole:<br />

Anche in questa campagna <strong>di</strong> Roma, i volontari hanno compiuto<br />

il loro glorioso Calatafimi: Contrarietà <strong>di</strong> stagione, deficienza <strong>di</strong><br />

panni, mancanza <strong>di</strong> vettovaglie, privazioni incre<strong>di</strong>bili non valsero a<br />

scemare il loro brillante contegno. Essi assaltarono una città murata<br />

con uno slancio, <strong>di</strong> cui l’Italia può andare superba. 46<br />

Sulle braci ardenti scivolarono rapidamente i garibal<strong>di</strong>ni che<br />

occuparono le case ed vicoli intorno al castello. <strong>La</strong> conferma che<br />

<strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> si slanciasse ed entrasse per primo in Monterotondo<br />

l’abbiamo dallo stesso Garibal<strong>di</strong>:<br />

Monte Rotondo, 2 novembre 1867<br />

Mio caro <strong>Ciotti</strong><br />

Voi alla testa della vostra compagnia siete entrato il primo in<br />

Monte Rotondo sulle rovine incen<strong>di</strong>ate e brucianti della porta San<br />

Rocco. Io vi proclamo un prode, e valorosa la compagnia da voi comandata.<br />

Le donne italiane onoreranno i campioni delle glorie nostre<br />

– ed io vi do un bacio fraterno<br />

Vostro G. Garibal<strong>di</strong> *<br />

* Il testo della lettera <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> è stato pubblicata dal Piccolo del 30 novembre<br />

1932. Non si hanno notizie dove la lettera sia attualmente conservata. Probabilmente<br />

era tra i cimeli rimasti alla figlia Maria come scrive in una lettera al dott. Patuna<br />

il figlio Rossel. Sono state riportate due versioni a proposito del bacio: “fraterno”<br />

ovvero “paterno”. Noi propen<strong>di</strong>amo più per il massonico “fraterno”.

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