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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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Nella campagna dell’Agro romano<br />

Garibal<strong>di</strong> li incita, li sgrida, li prega e li conforta con voce<br />

paterna:<br />

Riposatevi un poco, poi vincerete. Tutto risulta inutile. Non è<br />

più possibile trattenere quella valanga impaurita. Scrive il Guerzoni,<br />

lo storico garibal<strong>di</strong>no che quel giorno era nella mischia:<br />

<strong>La</strong> giornata già vinta alle due, alle quattro era <strong>di</strong> nuovo perduta.<br />

E non pareva vero. Fabrizi, il vecchio Fabrizi, sereno ed impassibile<br />

in mezzo alle palle, quasi solo talvolta ad un tiro <strong>di</strong> pistola dal nemico,<br />

implorava, <strong>di</strong>mentico <strong>di</strong> sé, quasi pregando gli altri <strong>di</strong> resistere<br />

ancora qualche istante; Bezzi rimasto tutto il giorno con Cella ed<br />

altri, contro villa Santucci, anche lui nel trattenere i fuggitivi si<br />

strappava i capelli; Mario, Frigesy, Menotti, Missori (parliamo <strong>di</strong><br />

quelli che ci passarono davanti in quell’ora) si spingevano dove più<br />

ardeva la mischia a contrastare il terreno. Garibal<strong>di</strong>, pallido, rauco,<br />

cupo, invecchiato <strong>di</strong> vent’anni, seguito dall’in<strong>di</strong>visibile Canzio, sarcastico<br />

ululava ai fuggitivi: Sedetevi, che vincerete. Invano. Tutto rigurgitava,<br />

correva, precipitava sulla via finale della ritirata; e la ritirata<br />

si operò, sotto la sinfonia merveilleuse dei fucili francesi Chassepots,<br />

verso Passo Corese. 59<br />

Garibal<strong>di</strong> fa un ultimo tentativo quasi a cercare la morte come<br />

aveva esclamato un giorno:<br />

– Sul Gianicolo! Morire sul Gianicolo!<br />

Il colle, già teatro della gloriosa <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Roma del 1849, è là a<br />

poca <strong>di</strong>stanza da Men<strong>tana</strong>. Ritto in sella, alla testa <strong>di</strong> 200 uomini,<br />

il Generale marcia all’attacco gridando:<br />

– Venite a morire con me! Avete paura <strong>di</strong> venire a morire con<br />

me?<br />

Allora tutti gli si stringono attorno; il nemico si arresta e si ritira<br />

<strong>di</strong>etro le siepi, continuando il fuoco in<strong>di</strong>avolato con i mici<strong>di</strong>ali<br />

fucili. Il Generale vuole proseguire l’attacco, finchè Canzio,<br />

suo prode ufficiale e marito della figlia, si getta alla testa del cavallo<br />

afferrandolo per le re<strong>di</strong>ni e urla:<br />

– Per chi vuol farsi ammazzare Generale per chi?<br />

Garibal<strong>di</strong> lo guarda tristemente, rimane un attimo interdetto<br />

ed infine dà l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ritirarsi.<br />

<strong>La</strong> battaglia <strong>di</strong> Men<strong>tana</strong> era finita. Mentre le truppe francesi<br />

annoverarono solamente 2 morti e 38 feriti, i pontifici 30 morti e<br />

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