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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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Nel caleidoscopio della memoria<br />

ti l’ispirazione “… al culto della Patria con i segni dell’italica fattura<br />

lasciati in ere<strong>di</strong>tà da S. Marco.<br />

“Nell’animo dell’ancor adolescente <strong>Marziano</strong> <strong>di</strong> certo sarà entrata<br />

come una fitta, l’eco del dolore <strong>di</strong> Giorgio Pallavicino che<br />

dalla cittadella veneto-torriana <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca, trasformata dal governo<br />

austriaco in carcere pochi anni prima, si era <strong>di</strong>ffusa per le<br />

vie della città. Tutto questo fece ben comprendere all’ardente<br />

<strong>Marziano</strong> che i limiti della Patria eran le Alpi Giulie ed il Mare e<br />

non una miserabile rete metallica o un insignificante fiume <strong>di</strong><br />

pianura”.<br />

<strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> lasciò Gra<strong>di</strong>sca ancora bambino in quanto il<br />

padre, me<strong>di</strong>co farmacista, si trasferì a Montereale Valcellina per<br />

esercitare la sua professione. Compì gli stu<strong>di</strong> classici a U<strong>di</strong>ne, si<br />

iscrisse all’università <strong>di</strong> Padova e nel 1859 “…varcò il confine, alla<br />

chiamata della Patria, come farà poi tante volte, e fu una magnifica<br />

figura <strong>di</strong> soldato, pieno <strong>di</strong> indomabile energia e innato coraggio,<br />

come aquila che cerca la tempesta”.<br />

Non sono certe le notizie che lo fanno presente a Gra<strong>di</strong>sca tra<br />

una battaglia e l’altra, mentre la sua presenza a Montereale è sempre<br />

costante, lì risiedeva la famiglia e lì, dopo il confino a Comacchio<br />

dove si era sposato, si trasferì con la moglie.<br />

Il 4 <strong>di</strong>cembre 1932 (X Anno dell’Era fascista) sul Popolo del<br />

Friuli, quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, si poteva leggere:“…le o<strong>di</strong>erne onoranze<br />

che Gra<strong>di</strong>sca d’Isonzo tributa a <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>, per iniziativa<br />

<strong>di</strong> quel Fascio <strong>di</strong> combattimento, sono la espressione del<br />

rinnovato spirito nazionale e la meritata apoteosi <strong>di</strong> un Uomo che<br />

all’Italia tutto <strong>di</strong>ede senza nulla chiedere”.<br />

I membri del comitato “Onoranze a <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong>” assieme<br />

a pochi altri personaggi, furono i protagonisti principali della vita<br />

politica e culturale <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca per la prima metà del Novecento.<br />

A loro si deve riconoscere il merito <strong>di</strong> aver avviato gli stu<strong>di</strong> sulle<br />

origini della città, <strong>di</strong> aver recuperato e salvato quantità significative<br />

<strong>di</strong> reperti e documenti. Durante il Ventennio la loro azione<br />

fu particolarmente incisiva e in perfetta linea con l’ideologia<br />

fascista, la loro attività esaltò le origini venete e <strong>di</strong> conseguenza<br />

l’italianità <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca.<br />

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