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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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Gli anni dello sconforto, della miseria e dell’oblio<br />

A Montereale nella casa paterna<br />

<strong>La</strong> storia <strong>di</strong> questi oscuri eroi si ripete per gli Andreuzzi, per i<br />

Cella, per i Tolazzi e per tantissime altre figure minori ignorate<br />

dai più.<br />

A proposito <strong>di</strong> Andreuzzi: nel 1874 <strong>Marziano</strong> <strong>Ciotti</strong> fu latore a<br />

San Daniele del Friuli, dove risiedeva Antonio in miseria e gravemente<br />

ammalato, <strong>di</strong> un commovente messaggio <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> che<br />

era venuto a conoscenza della malattia del Dottore:<br />

Caprera, 14 aprile 1874 – Carissimo <strong>Ciotti</strong> – Visitate e baciate a<br />

nome mio il nostro Andreuzzi, vi prego – Vostro G. Garibal<strong>di</strong>.<br />

L’eroico vegliardo, profondamente commosso, pochi giorni<br />

prima <strong>di</strong> spirare, mandava l’espressione della sua gratitu<strong>di</strong>ne all’Eroe<br />

dei due mon<strong>di</strong> con questa lettera:<br />

Generale, Il saluto ed il bacio che mi avete mandato a mezzo <strong>di</strong><br />

<strong>Ciotti</strong> fu il balsamo della mia malattia. Conservatemi, Generale<br />

nella vostra memoria, come io vi conserverò eterna riconoscenza.<br />

Vostro Antonio Andreuzzi. 84<br />

Si spense serenamente il 20 maggio 1874, tra la profonda costernazione<br />

dei patrioti ed il sincero rimpianto dei poveri e degli<br />

umili per i quali si adoperò sempre, con spirito <strong>di</strong> abnegazione e<br />

senza mai chiedere compensi.<br />

Con una famiglia numerosa, senza lavoro, costretto a chiedere<br />

aiuti agli amici, privo <strong>di</strong> prospettive future, relegato oscuro, povero,<br />

ignorato in un melanconico angolo del Friuli, in lotta coi bisogni<br />

più urgenti all’esistenza 85 come <strong>di</strong>ce lui stesso, <strong>Ciotti</strong> si scontra<br />

continuamente con una realtà drammaticamente <strong>di</strong>versa da quella<br />

che aveva sognato e alla quale aveva de<strong>di</strong>cato la sua gioventù.<br />

Egli avverte quel malessere definito dagli storici delusione postrisorgimentale,<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sillusione che si <strong>di</strong>ffuse<br />

tra gli strati democratici in seguito alla messa in crisi dei<br />

gran<strong>di</strong> ideali da una realtà totalmente <strong>di</strong>versa dalle aspettative.<br />

Il mondo appare a <strong>Marziano</strong> caotico, <strong>di</strong>ssennato, ingiusto e la<br />

crisi è vissuta come insicurezza, smarrimento dell’orizzonte.<br />

Certo ad un uomo ancora giovane con un’innata pre<strong>di</strong>sposizione<br />

all’azione ed all’avventura e, con un bagaglio <strong>di</strong> esperienze come le<br />

sue, ben poca cosa dovette apparire la quoti<strong>di</strong>anità della vita civile in<br />

paese. 86<br />

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