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Marziano Ciotti l'occhio dritto di Garibaldi - La tana dell'orso

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98 MARZIANO CIOTTI<br />

G.B. Cella, a questa insultante apostrofe, posesi a domandare sod<strong>di</strong>sfazione;<br />

ma vedendo che da questi atti un po’ clamorosi, la polizia poteva<br />

trarre profitto, e la nostra cospirazione restarne scoperta, G.B. Cella,<br />

<strong>di</strong>etro nostra persuasiva, faceva tacere il suo giusto risentimento.<br />

Cosi terminava questo incidente che aveva indarno tentato <strong>di</strong> ritardare<br />

la nostra cospirazione, tant’era la buona fede nei miei; incidente che finiva<br />

col <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to dei <strong>La</strong>fariniani, ed a nostro vantaggio, giacché finì<br />

<strong>di</strong> aprire gli occhi ai capi popolo fino allora e da loro ingannati.<br />

Nel mese <strong>di</strong> luglio venivano a me <strong>di</strong>retti due operai <strong>di</strong> una fonderia <strong>di</strong><br />

Genova G.B. e G.G. per la fabbricazione delle bombe orsiniane. Raccolto<br />

in Villanova il comitato per trovare sicuro locale per questo importante<br />

e pericoloso lavoro, si fecero varie proposte, ma furono tutte<br />

come inopportune scartate; allora pensando al mio paese natio che<br />

sorge all’imboccatura dello stretto del ponte Racli e confina coi Tramonti,<br />

piccolo villaggio <strong>di</strong> 400 abitanti, tutti <strong>di</strong> fede repubblicana per<br />

istruzione avuta da me e da mio fratello Luigi che dopo altri anni <strong>di</strong><br />

politica emigrazione era tornato in Italia da Parigi; pensando <strong>di</strong>ssi a<br />

quel paese, dove si trovavano tutti gli elementi della maggior probabile<br />

sicurezza, per la posizione montuosa e lon<strong>tana</strong> dai centri ove formicola<br />

lo spionaggio e la gendarmeria; ivi decisi <strong>di</strong> collocare la pericolosa<br />

officina.<br />

Prima misura fu quella <strong>di</strong> stabilire in Navarons mia moglie con la figlia<br />

minore Rosina, col pretesto <strong>di</strong> lavori da farsi nel nostro piccolo podere,<br />

e così aprire la mia casa natia a comodo degli operai e <strong>di</strong> tutta la cospirazione<br />

che per <strong>di</strong>versi sentieri poteva ivi portarsi col pretesto <strong>di</strong> caccia<br />

giacché ne era la stagione e dove io potevo giustificare le visite per i malati<br />

e per vedere la famiglia.<br />

Fu scelta come luogo <strong>di</strong> lavoro una caverna che s’apre in una rupe sopra<br />

lo stretto del ponte Racli, alla destra del Meduna, un miglio sopra<br />

Navarons. Ma dopo tre giorni <strong>di</strong> lavoro una pioggia torrenziale, la cui<br />

acqua si aprì strada in un inesplorato fosso della caverna, costrinse i lavoratori<br />

alla fuga. *<br />

Si riparò a quell’infortunio trasportando l’officina in una cascina, vicina<br />

al villaggio, nominata Pra <strong>di</strong> Marc, ove sebbene in luogo più espo-<br />

* Il luogo dove s’iniziarono i lavori per la costruzione delle bombe è oggi visitabile<br />

grazie alla sistemazione del sentiero d’accesso da parte degli “Amici della<br />

Montagna <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> Casarsa”.

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