Discussioni del Parlamento europeo - Europa
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09-07-2008<br />
IT<br />
<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />
Adam Bielan, a nome <strong>del</strong> gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, la mia obiezione principale<br />
alla relazione di cui stiamo discutendo oggi riguarda la mancanza di un chiaro piano di<br />
apertura <strong>del</strong>l’Unione europea verso l’est. A tal riguardo vorrei evidenziare una mancanza<br />
di congruenza nel modo in cui quest’aula ha agito. Lo scorso anno abbiamo adottato una<br />
relazione preparata dal collega Michał Kamiński, in cui si parlava di presentare l’Ucraina<br />
con una chiara prospettiva di adesione. Tuttavia, il documento <strong>del</strong> quale stiamo ora<br />
discutendo metterà probabilmente in allarme quei paesi che pensano di entrare nell’Unione<br />
europea, soprattutto il nostro vicino più prossimo, l’Ucraina. Una relazione che parla <strong>del</strong>la<br />
necessità di rafforzare la capacità <strong>del</strong>l’Unione di accettare nuovi paesi è di fatto un freno<br />
all’ulteriore espansione <strong>del</strong>l’Unione europea. Ai candidati naturali, come gli ucraini, una<br />
nazione europea, viene offerta un’alternativa di dubbio valore invece di una piena<br />
appartenenza.<br />
Prendendo in considerazione I nostri interessi geostrategici, dovremmo considerare<br />
importante avere la più stretta cooperazione possibile con l’Ucraina. In questa situazione<br />
sarebbe meglio mostrare a Kiev una porta aperta verso l’Unione europea piuttosto che<br />
rendere più nebulosa la possibilità di adesione, così spingendo l’Ucraina in orbita attorno<br />
alla Russia. Ciò è particolarmente vero oggi, visto che il pericolo per l’Ucraina proveniente<br />
dalla Russia si sta facendo più acuto.<br />
Gisela Kallenbach, a nome <strong>del</strong> gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, consenta<br />
anche a me di ringraziare Elmar Brok, che ha assunto il concetto di processo in questa<br />
relazione. Vedo un cambiamento di strategia tra il documento di lavoro e l’attuale relazione<br />
e questo è giusto e appropriato.<br />
Gli allargamenti passati sono stati un successo per l’intera comunità, sebbene qualche<br />
critica sia necessaria in qualche punto. Anche questo non è che giusto e adeguato. Tuttavia,<br />
il processo di allargamento non è concluso. Come molti altri oratori, vorrei citare i Balcani<br />
occidentali, che non devono essere relegati in un buco nero, circondati dagli Stati membri<br />
<strong>del</strong>l’Unione. E’ nel nostro interesse evitare tutto ciò. Abbiamo bisogno di una strategia<br />
<strong>del</strong>l’allargamento inequivocabile, non di una strategia che cambi a seconda <strong>del</strong>le circostanze.<br />
L’UE deve essere un partner attendibile e leale. Ciò significa anche che dobbiamo voler<br />
effettuare noi stessi le riforme. Se in questo momento c’è un punto di domanda su questa<br />
volontà, dobbiamo avviare un’autoanalisi critica. E’ sconsiderato ed erroneo ascrivere ogni<br />
segnale di euroscetticismo ai precedenti allargamenti e alla stanchezza. E allora svegliamoci!<br />
Lavoriamo per uno sviluppo economico, sociale e ambientale equilibrato e comunichiamo<br />
la portata <strong>del</strong>l’arricchimento economico, culturale e storico che deriva dall’allargamento.<br />
Diciamo alla gente quali sarebbero di costi di un’altra conflagrazione ai confini o all’interno<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong>.<br />
Avere obiettivi chiari e discuterli fino in fondo e con chiarezza crea fiducia. L’Unione coltiva<br />
la fiducia anche mantenendo le promesse, e io mi aspetto di farlo approvando questa<br />
relazione.<br />
Erik Meijer, a nome <strong>del</strong> gruppo GUE/NGL. – (NL) Signor Presidente, dopo le prime ondate<br />
di adesioni nel 2004 e 2007, l’allargamento è ora in fase di stagnazione. La Croazia dovrà<br />
attendere fino al 2011, la Macedonia non potrà aderire prima <strong>del</strong> 2014 e per gli altri cinque<br />
paesi dei Balcani occidentali l’attesa sarà ancora più lunga. I negoziati sono in corso con<br />
la Turchia, ma è possibile che la Turchia non sia in grado di aderire per decenni.<br />
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