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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

in corso e le nuove iniziative per un ulteriore allargamento dovrebbero proseguire di pari<br />

passo con gli sforzi di ratifica <strong>del</strong> Trattato di Lisbona.<br />

Andrew Duff (ALDE). - (EN) Signor Presidente, potrebbe il Presidente in carica Jouyet<br />

dare spiegazione e giustificazione alla straordinaria situazione creatasi all’interno <strong>del</strong><br />

<strong>Parlamento</strong> francese in relazione all’uso <strong>del</strong> referendum per autorizzare l’adesione <strong>del</strong>la<br />

Turchia? Non concorda sul fatto che il ricorso a uno strumento così populista sia<br />

assolutamente sbagliato per la ratifica di un trattato internazionale?<br />

Nicolae Vlad Popa (PPE-DE). - (RO) L’allargamento si è dimostrato uno degli strumenti<br />

politici più efficaci <strong>del</strong>l’Unione europea, al servizio degli interessi strategici comunitari di<br />

stabilità, sicurezza e prevenzione dei conflitti. Ha contribuito alla maggiore prosperità, alle<br />

opportunità di crescita, così come ad assicurare i trasporti cruciali e la creazione di corridoi<br />

per l’energia.<br />

La politica <strong>del</strong>l’Unione europea sull’allargamento si è rivelata un successo sia per la stessa<br />

Unione che per l’<strong>Europa</strong> in generale. In questo contesto è necessario mantenere la politica<br />

di porte aperte sia per i paesi candidati effettivi o potenziali, che per quei paesi <strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong><br />

<strong>del</strong>l’est con prospettive comunitarie: un approccio condizionato, ovviamente, al<br />

raggiungimento dei criteri richiesti e degli impegni.<br />

Tuttavia, allo scopo di proseguire nell’allargamento, dobbiamo trovare una soluzione<br />

attuabile per far sì che il Trattato di Lisbona entri in vigore.<br />

Monika Beňová (PSE). – (SK) Abbiamo sentito parole quali fatica <strong>del</strong>l’allargamento, crisi<br />

o necessità di consolidamento. Parole e atteggiamenti deprimenti che dimostrano più<br />

impotenza e elitarismo piuttosto che capacità di portare avanti attivamente la visione di<br />

un’<strong>Europa</strong> unita.<br />

Il consolidamento non rappresenta un problema per i paesi entrati a far parte <strong>del</strong>l’Unione<br />

nelle ultime due adesioni, lo è per i vecchi Stati membri, che dovrebbero chiedersi perché<br />

hanno bisogno di consolidamento. In merito alla fatica da allargamento, noi siamo quelli<br />

tormentati da prospettive e punti di vista contraddittori, non quei paesi che sono già pronti<br />

ad adempiere a tutte le nostre richieste e condizioni allo scopo di diventare Stati membri.<br />

Il nostro comportamento nei confronti <strong>del</strong>la Turchia, ad esempio, è tragicomico, perché<br />

ad oggi non siamo ancora in grado di dire se permetteremo alla Turchia di entrare nella<br />

nostra cerchia elitaria al raggiungimento dei criteri di Copenaghen e, di conseguenza, la<br />

domanda o tutte le domande che…<br />

(Il Presidente interrompe l’oratore)<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

Marios Matsakis (ALDE). - (EN) Signor Presidente, è rassicurante sentire il ministro<br />

francese quando sostanzialmente afferma che la Turchia deve normalizzare i suoi rapporti<br />

con Cipro, per dimostrare la propria volontà nel portare avanti le sue aspirazioni europee.<br />

E’ davvero inconcepibile e sfida ogni logica che l’UE continui i negoziati di adesione con<br />

un paese che seguita a non riconoscere uno degli Stati membri continuando l’occupazione<br />

di parte <strong>del</strong> suo territorio. Capisco che la politica <strong>del</strong> bastone e <strong>del</strong>la carota sia necessaria<br />

nel caso di un paese in cui la democrazia è costantemente tenuta sotto scacco dai militari,<br />

ma ci sono limiti alla nostra pazienza e alla nostra tolleranza.<br />

Abbiamo partecipato ai colloqui comuni tenutisi a Cipro. Questo è un buon momento<br />

perché la Commissione e il Consiglio indichino vivamente alla Turchia la necessità di<br />

09-07-2008

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