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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

Quando all’Eurogruppo affermiamo che gli Stati membri che hanno raggiunto il loro<br />

obiettivo finanziario nel medio termine possono ora agire anche in merito all’attuale ribasso<br />

economico e al rialzo dei prezzi di petrolio e prodotti alimentari, possono farlo perché in<br />

passato hanno elaborato i margini di bilancio necessari, in modo da non essere deboli e<br />

incapaci di agire in tempi di crisi.<br />

Non abbiamo fatto appello al blocco dei salari; né la Banca centrale né l’Eurogruppo hanno<br />

mai fatto appello ad un blocco dei salari nell’area euro. Ciò che stiamo dicendo è che i salari<br />

non si rialzerebbero automaticamente a causa <strong>del</strong>l’inflazione, ma bensì che le tendenze dei<br />

salari tengono conto dei guadagni produttivi che possono venire raggiunti nell’economia<br />

e i salari possono essere rialzati perciò anche senza inflazione.<br />

Abbiamo reso abbastanza chiaro il fatto che non possiamo assolutamente continuare a<br />

richiedere una limitazione dei salari da parte dei lavoratori in <strong>Europa</strong>, mentre dirigenti e<br />

altri proprietari di capitali ricevono paghe e salari eccessivi. Lo abbiamo affermato in<br />

numerose occasioni.<br />

(Applausi)<br />

I salari dei dirigenti <strong>del</strong>le aziende europee – anche e soprattutto nel settore finanziario –<br />

non hanno assolutamente niente a che vedere con i guadagni produttivi raggiunti. Si<br />

limitano a collezionare denaro e le loro azioni non sono economicamente stabili o di<br />

responsabilità sociale.<br />

(Applausi)<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

Proprio perché non abbiamo ordinato un blocco dei salari, perché io forse più degli altri<br />

sono molto intenzionato a tenere a mente l’aspetto <strong>del</strong> contratto sociale nella scena europea,<br />

abbiamo fortemente richiesto che, invece <strong>del</strong> pagamento per l’affitto <strong>del</strong>le aziende, alla<br />

luce <strong>del</strong>l’innalzamento dei prezzi di materie prime e petrolio, si debba considerare cosa<br />

possono fare gli stati nel campo <strong>del</strong> sostegno sociale per i settori meno agiati <strong>del</strong>la<br />

popolazione, in vista di un indebolito potere d’acquisto.<br />

E’ dopotutto semplicemente vero che gli Stati che hanno consolidato la loro posizione di<br />

bilancio hanno ora a loro disposizione le necessarie risorse per essere in grado di finanziare<br />

programmi di sostegno sociale per i settori meno ricchi <strong>del</strong>la popolazione. Ci sono Stati<br />

che hanno introdotto indennità di contingenza, sussidi per le forniture di riscaldamento<br />

e l’affitto e che sono capaci di fornire tutto ciò grazie al loro consolidamento in passato.<br />

Ci sono inoltre Stati che sistematicamente adattano i loro sistemi di tassazione, in modo<br />

che i settori meno agiati <strong>del</strong>la popolazione possano ottenere guadagni netti dai tagli <strong>del</strong>le<br />

tasse, anziché tagli che apportino benefici solo a coloro i quali fanno parte dei gruppi più<br />

ricchi <strong>del</strong>la popolazione.<br />

Con questo intento, credo che la politica globale, se non perfetta, è per lo meno decisiva.<br />

Non vogliamo e non dobbiamo ripetere gli errori degli anni ’70 e ’80, anche se quella<br />

risultava una via più facile da seguire nel breve termine. Dobbiamo agire contro la crescente<br />

inflazione. Negli anni ’70 e ’80 abbiamo permesso un’inflazione senza controllo. Abbiamo<br />

permesso che l’indebitamento continuasse a salire. Abbiamo accettato deficit pubblici,<br />

mentre minimizzavamo i loro effetti. Il risultato fu in <strong>Europa</strong> una disoccupazione di massa,<br />

che abbiamo ora fatto diminuire al 7,2 per cento con e grazie all’euro.<br />

Il risultato fu che avevamo eccessivi contributi per la sicurezza sociale in quasi tutti i nostri<br />

paesi, che molti di noi considerano ancora troppo alti e questo non ha a che fare con un<br />

09-07-2008

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