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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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09-07-2008<br />

IT<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

Il nostro dovere e scopo ultimo è di garantire la sicurezza ai nostri cittadini. I nostri cittadini<br />

non si sentono protetti. Per proteggerli, l’Unione europea ha bisogno di potere. Per avere<br />

potere in un mondo globale, l’Unione europea ha bisogno sia <strong>del</strong>l’allargamento che di<br />

riforme interne. Poiché abbiamo mancato di dire ai nostri cittadini che i diritti che hanno<br />

già acquisito non sono sostenibili, essi credono di poter preservare tali diritti opponendosi<br />

sia all’allargamento che alle riforme. Con queste condizioni il futuro <strong>del</strong>l’Unione europea<br />

è in pericolo.<br />

L’allargamento non è una concessione fatta ai paesi candidati. Alcuni di essi, come Ucraina,<br />

Serbia, Moldova e Turchia, hanno <strong>del</strong>le alternative – magari peggiori, ma pur sempre<br />

alternative. In questi casi siamo in competizione con altri. Alcuni dei loro problemi interni<br />

potrebbero essere meglio risolti all’interno piuttosto che all’esterno <strong>del</strong>l’Unione europea.<br />

Se non offriamo loro <strong>del</strong>le prospettive, non offriamo sicurezza ai nostri cittadini.<br />

Non sono i paesi candidati o i nuovi Stati membri ad essere indigesti: è il nostro apparato<br />

digestivo ad essere troppo lento. O troviamo un buon digestivo subito oppure saremo<br />

costretti a soffrire a lungo la fame.<br />

Anna Ibrisagic (PPE-DE). - (SV) Signor Presidente, signor Commissario, credo sia giusto<br />

concludere che l’allargamento è stato un successo. Sono lieto di avere la conferma che i<br />

paesi ai quali abbiamo precedentemente dato chiari impegni e una chiara prospettiva UE<br />

godano ancora di quei vantaggi. Tuttavia, sono seriamente preoccupato in quanto<br />

l’atmosfera si raffredda ogni volta che si discute di allargamento. Parole come “adeguato”,<br />

“capacità di assorbimento”, “consolidamento politico”, “rischi per la coesione sociale ed<br />

economica” vengono sempre più usate. Sono parole che, alle mie orecchie, non suonano<br />

come visione o obiettivo ma piuttosto come un modo per evitare di impegnarci in possibili<br />

allargamenti futuri. Si fa sempre più riferimento alla fatica <strong>del</strong>l’allargamento nell’opinione<br />

pubblica in patria, ma non si sta facendo abbastanza per cambiare quella opinione.<br />

Non è un caso che Germania e Francia, due paesi che si sono fatti la guerra per secoli, siano<br />

stati proprio i paesi che hanno lanciato il progetto UE. Non è un caso che siano stati proprio<br />

i leader di Germania e Francia ad avere una visione per il futuro <strong>del</strong>l’<strong>Europa</strong>. Essi avevano<br />

capito che l’Unione europea era, prima di tutto, un progetto di pace e sicurezza, molto di<br />

più di un semplice progetto economico. E’ questa visione e questo tipo di leadership che<br />

cerco davvero e che manca qui. Apprezzo quindi il chiaro discorso di <strong>del</strong> Commissario<br />

Rehn: non dobbiamo creare una sorta di sala d’attesa per i paesi che aspirano ad aderire, e<br />

l’allargamento ha un futuro. Sono particolarmente grato al Commissario per questo.<br />

Vural Öger (PSE). - (DE) Signor Presidente, a mio parere la politica di allargamento<br />

europea è stata una storia di grande successo. Nel giro di cinquant’anni l’UE è riuscita a<br />

creare un continente pacifico, democratico e prospero. Ciò che mi colpisce di questa<br />

relazione sulla strategia di allargamento, tuttavia, è che essa è anche concentrata sulle<br />

relazioni tra l’UE e paesi senza prospettive di adesione.<br />

Questo tentativo di moderare la strategia di allargamento e di fonderla con la politica<br />

europea di vicinato pone dei problemi. Sebbene la relazione tratti di interessantissime<br />

questioni nel merito e chiarisca molti punti, questi punti troverebbero miglior collocazione<br />

in una relazione sull’ENP ma sono fuori posto all’interno di una relazione sull’allargamento.<br />

Sto pensando, ad esempio, alle proposte di una unione per il Mediterraneo e di una unione<br />

per il Mar Nero. La politica di allargamento <strong>del</strong>l’UE dovrebbe rimanere distinta dalla politica<br />

europea di vicinato. Invece, mi dispiace di dover dire che la relazione contiene affermazioni<br />

molto vaghe e che addirittura confondono, lasciando spazio a diverse interpretazioni.<br />

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