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Discussioni del Parlamento europeo - Europa

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IT<br />

che portare ancora violenza e logorare lentamente qualunque sostegno internazionale di<br />

cui possono aver goduto in passato.<br />

E’ da tanto arrivato il momento che i vertici <strong>del</strong>l’Unione europea coraggiosamente avvertano<br />

i rappresentanti politici ebrei che, continuando a comportarsi come gerarchi nazisti e a<br />

credere che il sostegno americano e dei filo-americani in <strong>Europa</strong> (tra cui anche<br />

europarlamentari) sia eterno, porteranno tristemente ma inevitabilmente e con precisione<br />

matematica il loro stato all’annientamento.<br />

Hélène Flautre, a nome <strong>del</strong> gruppo Verts/ALE. – (FR) Signor Presidente, Obeida Assida è<br />

uno studente palestinese, arrestato nel 2003 all’età di 17 anni, attualmente in detenzione<br />

amministrativa in Israele, senza accuse a suo carico e senza processo. Saed Yassine è un<br />

palestinese difensore dei diritti umani, di 34 anni, trattenuto in detenzione amministrativa<br />

in Israele dal 2006. Non ci sono accuse a suo carico né nulla contro di lui, e sua moglie e<br />

i suoi figli sono riusciti a vederlo solo tre volte. Noura al Hashlamoun è una casalinga di<br />

36 anni, madre di tre figli, in detenzione amministrativa in Israele dal settembre 2006,<br />

senza accuse né processo. Marwan Barghouti, il promotore e l’autore <strong>del</strong> documento dei<br />

prigionieri è trattenuto in Israele dall’aprile <strong>del</strong> 2002. A questo proposito vorrei attirare<br />

l’attenzione degli onorevoli colleghi che una petizione per il suo rilascio sta ancora<br />

circolando e tutti potete firmarla in qualsiasi momento.<br />

Tutti sanno che se dovessi scorrere tutta la lunga lista di migliaia di prigionieri palestinesi<br />

attualmente detenuti nelle prigioni israeliane, in totale spregio <strong>del</strong>la legislazione<br />

internazionale e dei diritti <strong>del</strong>l’uomo, dovreste concedermi un bel po’ di tempo in più.<br />

Tuttavia ciascuno di loro, con le proprie famiglie meriterebbe un lungo discorso, perché<br />

non è stato risparmiato loro nulla – brutali interrogatori che possono durare anche 188<br />

giorni e che fanno ricorso alla tortura, è risaputo; confessioni e sentenze da firmare in<br />

ebraico; detenzione senza fondamento in Israele, fuori dalla loro terra, arbitrariamente<br />

rinnovabile ogni sei mesi; sottostare ad una giurisdizione militare creata ad hoc e<br />

discriminatoria che non ha alcuna giustificazione legale; nessuna possibilità di avere un<br />

avvocato difensore nei primi 90 giorni <strong>del</strong>la carcerazione e diritti di visita praticamente<br />

inesistenti.<br />

L’onorevole De Keyser ha ragione quando dice che è esattamente questo che l’Unione<br />

europea non può accettare. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile. E ci dite anche che<br />

questa nuova occasione di dialogo verrà sfruttato. Perché dovremmo credere che domani<br />

l’Unione europea, voi, la Commissione e il Consiglio, sarete più capaci di imporre il rispetto<br />

di quelle clausole già incluse nell’accordo esistente, domani, con…<br />

(Il Presidente interrompe l’oratore)<br />

<strong>Discussioni</strong> <strong>del</strong> <strong>Parlamento</strong> <strong>europeo</strong><br />

Kyriacos Triantaphyllides, a nome <strong>del</strong> gruppo GUE/NGL. – (EL) Signor Presidente, nel<br />

corso <strong>del</strong>la nostra precedente seduta plenaria <strong>del</strong> 16 giugno a Strasburgo, lei ha rilasciato<br />

una dichiarazione sulla situazione palestinese, dichiarazione che rifletteva le scoperte<br />

<strong>del</strong>udenti <strong>del</strong> comitato ad hoc che, su sua iniziativa, ha visitato i territori palestinesi a inizio<br />

giugno registrando le squallide condizioni di vita di questo popolo, imposte dall’occupazione<br />

israeliana.<br />

E’ giunto il momento che il Consiglio e la Commissione rispondano <strong>del</strong>le azioni che<br />

intendono intraprendere per assicurarsi che le forze di occupazione, vale a dire lo stato di<br />

Israele, agiscano nell’osservanza <strong>del</strong> diritto internazionale in riferimento alle condizioni<br />

dei palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane.<br />

09-07-2008

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